India: nuove violenze anticristiane. Il cardinale Toppo: ci attaccano perché siamo
contro le caste
India. Nonostante l'allentamento del coprifuoco, nell’Orissa, ma anche in altri Stati,
continuano gli attacchi alla comunita' cristiana. Lo riferisce AsiaNews che parla
anche di migliaia di sfollati che stanno chiedendo assistenza. L’Osservatore Romano
scrive che sono circa seimila i cristiani attualmente nascosti nella giungla. Maria
Grazia Coggiola.
E dopo la
protesta è il momento della preghiera e della penitenza. La Chiesa indiana ha indetto
una giornata di digiuno per il prossimo 7 settembre, che coinvolgerà tutte le diocesi
del Paese. In segno di solidarietà, anche le ACLI, le Associazioni dei lavoratori
cattolici italiani, hanno annunciato di volersi unire in quella stessa data ai fratelli
indiani, mentre il PIME ha proclamato una giornata di digiuno per il 5 settembre,
a Milano. L’iniziativa, spiega il PIME, vuole sottolineare i molti silenzi che stanno
accompagnando il dramma dei cattolici in India. Silenzi denunciati ieri anche dal
presidente dei vescovi italiani, il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco,
che ha detto di non aver sentito in merito “particolari reazioni di sincero sdegno,
di condanna”. Per decifrare dunque quanto sta accadendo in Orissa, Amedeo Lomonaco
ha sentito l’arcivescovo di Ranchi, il cardinale Telesforo Placidus Toppo
Ma perché
proprio dall’Orissa è partita questa fiammata di violenza anticristiana? Lo spiega
il religioso indiano, padre Babychan Pazhanilath, consultore generale dei Padri Camilliani,
intervistato da Luca Collodi durante i lavori al Meeting di Rimini