L'arcivescovo ortodosso di Aleppo: "in Oriente il Cristianesimo è in pericolo"
“Il cristianesimo in Oriente è in pericolo. Lo dicono i numeri. Quei quindici milioni
di cristiani, contro i trecento milioni di musulmani, possono restare lì, continuando
a professare il Vangelo e promuovere l’immagine dell’uomo buono. Ma se le guerre continueranno,
essi saranno costretti a emigrare e, una volta andati via, non torneranno”. L’allarme
lanciato da Gregorios Yohanna Ibrahim, arcivescovo ortodosso di Aleppo, in Siria,
al “Forum internazionale sul dialogo interculturale nel Mediterraneo”, è stato ripreso
sulle colonne de L’Osservatore Romano. L’arcivescovo di Aleppo ha precisato che in
Siria il governo incoraggia il dialogo tra le due principali religioni, cristiana
e musulmana, e che i cristiani presenti partecipano ai riti musulmani, condividono
le stesse scuole, gli stessi luoghi di lavoro e di svago, “ma il crescere del fanatismo
islamico deve far riflettere sul futuro del cristianesimo”. Al Forum è intervenuto
anche Muhamad Habash, componente del Parlamento siriano e noto islamista: “La spiritualità,
l’amore, il rispetto - ha detto - sono unici. La religione non è un problema per la
guerra, semmai lo sono le ingiustizie, economiche e sociali, le uniche che generano
veramente violenza”. (S.G.)