Il Pakistan tra crisi e attentati: la riflessione del nunzio a Islamabad
Escalation di violenza in Pakistan, dove una serie di attentati - l’ultimo, stamani,
ha provocato due morti - sta duramente provando la popolazione del Paese asiatico.
Gli attacchi terroristici, d’altro canto, rendono ancora più tesa la complessa situazione
politica seguita alle dimissioni del presidente Musharraf. E, intanto, si aggrava
la crisi economica che colpisce soprattutto le fasce più deboli. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Situazione
sempre più caotica in Pakistan in visita delle elezioni presidenziali del 6 settembre
con ben 32 candidati al vaglio della commissione elettorale. In queste ultime ore,
si è acuita la frattura tra Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto, e Nawaz Sharif,
leader della Lega musulmana pakistana, che ha deciso di abbandonare la maggioranza
di governo. Intanto, il “Financial Times” scrive che Zardari soffrirebbe di disturbi
mentali, derivanti dai suoi 11 anni di prigionia. L’incerto quadro politico non fa
che peggiorare la situazione economica come rileva il nunzio a Islamabad, mons.
Adolfo Tito Yllana, intervistato da Kelsea Brennan-Wessels,
del nostro programma inglese:
R. – La situazione
economica è molto grave in questo Paese. Colpisce soprattutto coloro che appartengono
alla classe media e alle classi più povere. Il costo della vita si è alzato molto
a causa del prezzo del petrolio. Quindi, viaggiare da casa al posto di lavoro costa
più di quello che pagavano quattro o cinque mesi fa. Il costo dei generi alimentari
poi è già aumentato molto. Una famiglia con quattro o cinque figli come fa? Adesso
che le scuole si aprono, il grande problema che colpisce le famiglie povere è come
mandare i figli a scuola. Si aggiunga poi che per quanto sappiamo, leggendo i giornali,
la situazione generale non è ideale.
Alle difficoltà
economiche, si accompagna una recrudescenza della violenza alimentata da una serie
indiscriminata di attentati terroristici, di matrice fondamentalista, che prende di
mira civili e forze dell’ordine. Secondo la “France Presse”, in poco più di un anno,
sarebbero circa 1200 le vittime di questi attentati. Attacchi che, come la crisi economica,
colpiscono i più deboli. Ancora il nunzio in Pakistan:
R.
- Un lavoratore povero che si reca al posto di lavoro non sa, quando tornerà e se
tornerà. E quando non torna a causa di quello che è successo ultimamente, allora lascia
una famiglia - una vedova e figli, probabilmente – che non sanno come fare per mangiare.
Si spera e preghiamo che veramente la situazione migliori per i poveri. Stiamo parlando
di un Paese con una popolazione di 170 milioni di persone: si può immaginare cosa
significhi questa crisi economica. Abbiamo anche un altro problema: cinque volte al
giorno viene tolta la corrente, questo per l’economia e per darla ad altri settori.
La gente ne soffre. Arriverà fra poco, fra due, tre mesi, l’inverno. Come faranno?