Lettera dell’arcivescovo di Canterbury dopo la Conferenza di Lambeth
La Conferenza di Lambeth 2008, incontro decennale di tutti i vescovi anglicani del
mondo, è riuscita a delineare “molte e significative convergenze”, rafforzando i vincoli
“dell’essere insieme”. Ne è convinto l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Douglas Williams,
che ha chiuso, con il suo intervento, i lavori dell’assemblea. “La Conferenza – ha
sottolineato Williams in una lettere riportata dall’Osservatore Romano - non è stato
un momento per formulare nuove leggi o decisioni vincolanti, nonostante il modo in
cui alcuni partecipanti hanno espresso le loro aspettative. Piuttosto essa ha delineato
con fermezza una necessità prioritaria: la nostra comunione che, per il momento, è
stata la ricostruzione di relazioni, il ripristino della fiducia nell’altro e della
fiducia nella nostra identità anglicana”. Nonostante il clima di fratellanza e collaborazione
emerso dall’incontro, secondo l’arcivescovo di Canterbury, non è comunque possibile
celare le difficoltà della “sfida” che i vescovi anglicani dovranno affrontare per
rimanere uniti, in quanto sul cammino di comunione incombe la possibilità di ulteriori
divisioni. E sulla controversa questione dell’ordinazione episcopale di donne e omosessuali,
la Conferenza ha convenuto che prematuri o unilaterali cambiamenti favoriscono il
rischio di insanabili frazionamenti, nonostante il rispetto delle diverse opinioni
espresse sull’argomento. (D.B.)