La Chiesa ricorda Sant'Agostino. Il Papa: ha insegnato all'uomo che per trovare se
stesso ha bisogno di incontrare Dio-Amore
La Chiesa ricorda oggi Sant’Agostino, vescovo d’Ippona e dottore della Chiesa. Una
figura al quale è molto legato Benedetto XVI che gli ha dedicato all’inizio di quest’anno
ben cinque catechesi nel corso dell’udienza generale del mercoledì. Ce ne parla Sergio
Centofanti.
“Uomo di
passione e di fede, di intelligenza altissima e di premura pastorale instancabile”:
così Benedetto XVI ha definito Sant’Agostino. Nato a Tagaste, nell’odierna Algeria,
nel 354, si convertì dopo “un lungo e tormentato itinerario interiore”. Cercava la
verità con la sola ragione ma poi ha capito che ragione e fede non si possono separare
né contrapporre. Credi per comprendere – diceva – e comprendi per credere:
“Credi
per comprendere: il credere apre la strada per entrare nelle porte della verità (…)
ma anche, inseparabilmente, comprendi, vedi la verità per poter trovare Dio e credere”. L’uomo
è un grande enigma e un grande abisso – scriveva Sant’Agostino – e solo incontrando
Dio può scoprire chi è veramente:
“La presenza
di Dio nell’uomo è profonda e nello stesso tempo misteriosa, può essere riconosciuta
e scoperta nel proprio intimo: ‘Non andare fuori - afferma Agostino - ma torna in
te stesso; nell’uomo interiore abita la verità; e se troverai che la tua natura è
mutabile, trascendi te stesso' (…) Tendi dunque là dove si accende la luce della ragione.
Proprio come egli stesso sottolinea (…) all’inizio delle 'Confessiones', la sua autobiografia
spirituale: ‘Ci hai fatti per te e inquieto è il nostro cuore finchè non riposa in
te’. La lontananza da Dio equivale allora alla lontananza da se stessi”. Dio
è amore – diceva ancora Sant’Agostino - e l’incontro con Lui è la sola risposta alle
inquietudini del nostro cuore. E tutta la storia umana viene vista dal vescovo d’Ippona
come una lotta tra due amori, benché guidata dalla Divina Provvidenza:
“E’
questo è il suo disegno fondamentale, la sua interpretazione della storia: la lotta
di due amori, amore di sé sino all’indifferenza per Dio e amore di Dio sino all’indifferenza
di sé, alla piena libertà da sé per gli altri, nella luce di Dio”. Peccare,
secondo Agostino, è cercare l’amore nel posto sbagliato. E lui, che ha fatto esperienza
delle proprie debolezze, ha sperimentato anche l’infinita misericordia di Dio comprendendo
che abbiamo bisogno di una conversione continua, che ogni giorno umilmente dobbiamo
iniziare da capo:
“Noi abbiamo sempre bisogno
di essere lavati da Cristo - che ci lava i piedi - di nuova conversione, fino alla
fine. Abbiamo bisogno di questa umiltà che riconosce che siamo peccatori in cammino
finché il Signore ci da la mano definitivamente e ci guida alla vita eterna”.