All'Aquila le celebrazioni della Perdonanza Celestiniana
Sono iniziate ieri sera all’Aquila le celebrazioni della 714.ma Perdonanza Celestiniana,
ricorrenza legata all’elezione al Soglio pontificio di Celestino V e all’indulgenza
plenaria concessa ai partecipanti al rito dell’Incoronazione del Pontefice. Negli
ultimi anni la Perdonanza, che raccoglie nel capoluogo abruzzese un numero sempre
maggiore di pellegrini dall’Italia e dall’estero, è anche occasione di riflessione
sulle emergenze mondiali. Le liturgie si sono aperte nella Basilica di Santa Maria
di Collemaggio, con il rito di apertura della Porta Santa e la Santa Messa, presieduta
dal cardinale Giovanni Coppa. Stasera l’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari,
presiederà la chiusura della Porta Santa, rito che concluderà la Perdonanza. E proprio
il presule ci parla del clima che si vive in queste ore nella città. L’intervista
è di Federico Piana:
R. – E’ bello
vedere come ogni anno che passa, cresce sempre di più il numero di questi affezionati,
amici, fratelli e sorelle, che sono beneficamente investiti da questo fiume della
Perdonanza. D. – Vogliamo ripercorrere la storia di questa Perdonanza? R.
– Celestino V fu eletto Papa nel Conclave di Perugia, il 5 luglio del 1294, e volle
la sua incoronazione proprio all’Aquila, nella basilica di Santa Maria di Collemaggio,
che era una basilica costruita dai monaci di San Pietro Celestino. Qui convennero
personalità importanti dell’Italia e dell’Europa. Ci fu questa cerimonia solenne e
Papa Celestino volle in quell’occasione fare questo dono alla sua città, all’Aquila,
e a tutti coloro che ne volessero beneficiare: un’indulgenza particolare, soprattutto
perché aperta a tutti, perché il modo per accoglierla era molto semplice, entrare
pentiti nella basilica, riconciliarsi con Dio e con i fratelli. A me piace sempre
sottolineare un aspetto: L’Aquila era sorta da poco, c’erano delle divisioni profonde
in città, tra le varie fazioni. Erano successi anche fatti terribili e l’indulgenza
di Celestino aveva il fine di riappacificare i vari gruppi cittadini in lotta fra
loro. D. – Dobbiamo dire che era stata anche un po’ contestata
questa Perdonanza, perché Bonifacio VIII l’aveva vietata... R.
– Bonifacio VIII nella sua politica cercò di ritirare tutti i benefici, tutte le bolle
che aveva emanato Celestino e ci provò anche all’Aquila. Qui poi la storia è interessante.
Ci sono varie interpretazioni degli storici. Sta di fatto che, attualmente, nel Comune
dell’Aquila è conservata gelosamente questa Bolla della Perdonanza. Ogni edizione
della Perdonanza, perciò, parte proprio dal Comune, il corteo storico, che porta questa
Bolla a Collemaggio. Fino a due anni fa era proprio il sindaco che leggeva la Bolla.
Dall’anno scorso, il nuovo sindaco ha voluto aggiungere una novità: consegnare la
Bolla all’autorità religiosa. Ed è proprio il rappresentante della Chiesa dell’Aquila
che poi legge la Bolla. D. – Il perdono è ancora attuale oppure
facciamo fatica ad accettare di perdonare l’altro, anche se ha sbagliato? E’ ancora
attuale questa parola? R. – La parola è attualissima. Purtroppo,
siamo noi che non siamo pronti. E’ la nostra cultura che alle volte sembra orientarsi
più verso quello che è contro il perdono e contro la misericordia. Magari rivestiamo
con parole eleganti questo nostro atteggiamento, che certamente è poco umano e certamente
anticristiano. Quindi, il messaggio di Celestino è attuale, siamo noi che dobbiamo
convertirci sempre di più. Questo ci ricorda Celestino. E direi anche un’altra cosa:
qualcuno ha scritto che uno dei segni più grandi del fatto che il cristianesimo sia
una religione divina è perché predica il perdono. Veramente per saper perdonare occorre
la grazia di Dio, occorre l’aiuto del Signore. Con le nostre sole forze umane sarebbe
molto, molto difficile.