Prende il via a Palermo la 59.ma Settimana liturgica nazionale
La chiamata di ogni fedele a riscoprire il senso profondo della partecipazione alla
liturgia è al centro dei lavori della 59.ma Settimana liturgica nazionale sul tema
“Celebrare per avere parte al mistero di Cristo”. Promossa da domani fino al 29 agosto
a Palermo dal Centro di Azione Litugica, l’iniziativa attraverso relazioni di esperti,
lavori di gruppo e momenti di preghiera, intende sottolineare l’attualità della riforma
liturgica del Concilio Vaticano II, recepita dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium.
Sul significato dei lavori Paolo Ondarza ha intervistato mons. Alfredo Di
Stefano, segretario del Centro di Azione Liturgica:
R. – Direi
che il rapporto, quello che è il cammino della Chiesa in Italia e il rapporto alle
istanze del Concilio Vaticano II, cogliendo soprattutto quell’espressione molto bella
della Sacrosantum Concilium (n. 48) in cui si dice che la Chiesa non vuole muti spettatori,
ma fedeli che partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente,
noi abbiamo approntato il nostro programma che vuole ridire come partecipare alla
liturgia e soprattutto perché. E’ una settimana che vuole sottolineare che partecipare
alla liturgia non è ridurre la stessa partecipazione attiva alle tecniche di animazione
e di partecipazione, ma noi vorremmo fare emergere e rinnovare questa coscienza della
Chiesa che convoca i fedeli per introdurli, attraverso i riti e le preghiere, a conoscere,
celebrare e vivere il mistero di Cristo. D. – Mons. Di Stefano,
lei accennava all’invito che dal Concilio veniva ai fedeli a partecipare attivamente
alla liturgia. Oggi, secondo lei, questo invito quanto è stato recepito? R.
– Direi che è continuamente una riscoperta continua, quello dell’invito a partecipare,
a prendere parte al mistero di Cristo. E credo che non sia questione di tempo, ma
è soprattutto questione della fede dei nostri credenti; e a prendere parte con l’intelligenza,
con la sensibilità, con l’emozione ... D. – Talvolta, l’esigenza
di un cambiamento di prospettiva in tal senso la si nota anche nelle parole, nelle
espressioni anche usate dagli stessi fedeli che, anziché dire di partecipare alla
Messa, usano frasi del tipo: “Vado ad ascoltare la Messa”, “Vado a sentire la Messa”
... R. – Questo dimostra che il cammino della Chiesa è continuo,
è un’opera lunga, bella, faticosa ma proprio questa presenza che richiede capacità
di ascolto, di contemplazione, che richiede grande interiorità, fa i conti con i nostri
limiti, con le nostre debolezze, con le nostre interpretazioni e quindi ritornare
alle origini della liturgia, ritornare al senso più forte del perché celebriamo, significherà
veramente partecipare alla liturgia. D. – Sono tanti gli avvenimenti
in programma in queste cinque giornate di lavori della 59.ma Settimana liturgica nazionale.
Tra i tanti, è interessante anche l’attenzione rivolta alla famiglia ... R.
– La famiglia, e anche i bambini, sono realtà che la liturgia ha sempre preso in considerazione
perché è chiaro che non potevamo non cogliere questi soggetti privilegiati della Domenica,
del giorno del Signore, e con loro i loro fanciulli. E allora, quelle possibilità
che il rito ci permette di metterci nell’intelligenza creativa, elementi non di aggiunta
ma elementi che facciano emergere la forza del mistero attraverso il rito, questo
credo che sia un’attenzione particolare per noi, alle famiglie e ai vari soggetti.