2008-08-24 14:04:08

Il saluto di Benedetto XVI al Meeting di Rimini promosso da Comunione e Liberazione sul tema "O protagonisti o nessuno"


“Solo Cristo può svelare all’uomo la sua vera dignità e comunicargli l’autentico senso della sua esistenza”. In una lettera, indirizzata a mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone porta il saluto del Papa al Meeting di Rimini, organizzato da Comunione e Liberazione che ha preso il via oggi. “O protagonisti o nessuno” è il titolo di questa 29.ma edizione. La kermesse si è aperta con la Messa celebrata da mons. Lambiasi. Presenti oltre 10mila persone. Il servizio da Rimini della nostra inviata Debora Donnini.RealAudioMP3

Cosa significa essere protagonisti? E’ questa la domanda di fondo del Meeting di quest’anno, da cui parte il messaggio del cardinale Bertone. La cultura odierna, “di cui i mezzi di comunicazione costituiscono una potente cassa di risonanza”, pensa che essere protagonisti significhi realizzarsi con la ricchezza e il successo, conquistare notorità, sentirsi ‘qualcuno’ in altre parole. Il cristianesimo mostra invece un paradosso con la stessa vita dell’ apostolo Paolo, “piena di difficoltà da affrontare più ancora che di consolazioni e gioie di cui godere”: l’uomo è fatto per il “compimento eterno della sua esistenza”, che consiste nella “conoscenza di Dio”. Per conseguire questo non serve né fama né successo. “Protagonista è chi dona la sua vita a Dio, che lo chiama a cooperare all’universale progetto di salvezza”. Questo è il protagonismo di cui parla il Meeting. Cristo comunica al’uomo il senso dell’esistenza e quando il credente lo segue docilmente lascia una traccia duratura nella storia, “la traccia del’Amore di cui diviene testimone proprio perché afferrato dall’Amore”. “Non importa se viviamo tra le pareti di un monastero di clausura o se siamo immersi in molteplici e diverse attività del mondo”. L’esperienza di tanti santi tra cui “troviamo molti veri protagonisti della storia, ci parla di persone pienamente realizzate … testimoni di un amore che nulla teme, nemmeno la morte”. L’auspicio del Papa è dunque che queste riflessioni aiutino i partecipanti al Meeting a incontrare Cristo, per meglio comprendere il valore della vita cristiana e realizzarne il senso nel’umile protagonismo del servizio alla missione della Chiesa. Un messaggio che riecheggia nell’omelia di mons. Lambiasi, oltre che testimoniato dagli incontri, dalle mostre, dal grande servizio dei tanti volontari del Meeting. L’identità dell’uomo, unica e irripetibile, è quella che viene dalla realizzazione del progetto di Dio. La modernità, spiega mons. Lambiasi, ha messo in questione questo e, seguendo Marx, ha pensato che l’uomo dovesse liberarsi dall’alienazione religiosa, per essere veramente se stesso. L’immagine di quest’uomo è Narciso, che intrappolato nell’amore disperato della propria immagine, muore per abbracciarla, vittima di un narcisismo delirante secondo cui la felicità viene dall’essere dio di se stessi. Non così grazie all’incontro con Cristo. Mons. Lambiasi:

 
“Ciò che conta è trovarsi laddove si viene messi dal Divino Architetto, ogni pietra al suo posto. Questo è il volto ultimo del protagonismo cristiano”.

 
Cristo, appunto, rende veramente protagonista Simone, come narra il Vangelo di oggi, donandogli una nuova identità: quella di essere Pietro, la pietra su cui sarà fondata la Chiesa.







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