2008-08-24 09:08:55

Chiuse le Olimpiadi di Pechino


Cerimonia di chiusura oggi a Pechino al termine dei XXIX Giochi dell’era moderna. Per il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Jacques Rogge, l'immagine più bella della manifestazione resta l'abbraccio sul podio di due atlete, una russa, l'altra georgiana, mentre infuriava la guerra tra i loro Paesi. Questa edizione, preceduta e percorsa anche da polemiche di carattere politico e umanitario, si è distinta per la perfetta organizzazione e per i risultati, segno del continuo progresso agonistico degli atleti di tutto il mondo, che si danno appuntamento nel 2012 a Londra. Come sarà ora lo sport dopo Pechino 2008? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Massimo Achini, presidente del Centro Sportivo Italiano:RealAudioMP3

R. – Io credo che il futuro dello sport vada costruito giorno per giorno; da questo punto di vista le Olimpiadi sono state, come sempre, un passaggio incredibilmente importante, ma credo anche abbastanza neutro; cioè ho la sensazione che non cambierà molto, dopo Pechino, nell’idea di costruire uno sport che sia prima di tutto una grande esperienza di educazione alla vita. Ancora una volta le Olimpiadi ci hanno regalato delle emozioni incredibili, ma credo che una volta che si spegneranno i riflettori sulle Olimpiadi, come sempre, bisognerà ricominciare, giorno per giorno, nei campetti di periferia, nei piccoli comuni, nelle grandi città, a costruire, insieme a un popolo fatto di migliaia di volontari, davvero uno sport capace di educare alla vita.
 
D. – Mai come questa volta, forse, per il Paese organizzatore le Olimpiadi hanno voluto dire qualcosa di più rispetto al solo evento sportivo...
 
R. – Ci sono state esperienze che indubbiamente fanno riflettere. Uno: la polemica nata intorno all’età delle atlete cinesi di ginnastica – ancora una volta questo aspetto incredibile che a livello mondiale si cerchi di mandare in pedana delle ragazzine di 14 anni o dintorni - quindi uno sport che sfrutta la persona, addirittura che sfrutta i ragazzi e le ragazze di giovane età, e poi la sensazione è che le Olimpiadi siano state indubbiamente per la Cina una grande vetrina, ma che si sia persa davvero l’occasione per aiutare, sostanzialmente, a livello mondiale, un’affermazione dei valori in questo Paese. E’ giusto che lo sport stia lontano dalla politica, però è altrettanto vero che una volta che si sono accesi i riflettori della cerimonia di apertura, ci si è completamente dimenticati di tutti quei problemi umanitari che stavano dietro l’esperienza delle Olimpiadi in Cina, e che rendevano quest’edizione delle Olimpiadi quantomai delicata.
 
Ed ora ascoltiamo la testimonianza di una protagonista di questi Giochi. Si tratta di Giovanna Trillini, plurimedagliata nella Scherma in ben cinque edizioni olimpiche. L’intervista è di Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

R. – Mi è sembrata una buona Olimpiade, con buoni risultati. Siamo riusciti a mantenere quello che si aspettavano dalla scherma italiana. Quindi, l’importante è aver riportato a casa molte medaglie, di tutti i colori. Quindi, è stata sicuramente una buona spedizione.
 
D. – Qual è stata invece la sensazione di un’italiana che va a Pechino?
 
R. – Onestamente noi già facevamo parecchie gare in Cina, con il Giappone. Quindi, la realtà del mondo asiatico la conoscevamo. Hanno cercato di fare una buona organizzazione. Ci sono stati parecchi contrasti prima dell’inizio di questa Olimpiade, ma poi, comunque, mi è sembrato che sia andato tutto per il meglio.
 
D. – Ecco, rispetto alle altre partecipazioni, si è visto che qualcosa sta cambiando nel panorama olimpico?
 
R. – Ci sono state molte discussioni in diversi sport, per risultati o giudizi che magari erano un po’ troppo di parte. Però adesso è tutto un po’ a caldo. Magari poi uno tornando a casa si tranquillizza. Come organizzazione, comunque, è stata buona e speriamo che le prossime siano alla stessa altezza.
 
D. – In molti hanno sottolineato, comunque, l’accoglienza dei cinesi, almeno quelli che hanno partecipato e che sono venuti ad assistere alle gare...
 
R. – Sì, i palazzetti erano sempre pieni, c’era sempre il problema per trovare dei biglietti. Sono sempre stati tutti molto gentili ed organizzati.







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