Presentata la 59.ma Settimana liturgica nazionale che si svolgerà a Palermo dal 25
al 29 agosto
“Celebrare per avere parte al mistero di Cristo”. E’ il tema della 59.ma Settimana
liturgica nazionale che si svolgerà a Palermo dal 25 al 29 agosto. Al centro della
riflessione, l’attualità della Costituzione conciliare “Sacrosanctum Concilium”, promulgata
nel ‘63, “affinché – ha spiegato don Alfredo Di Stefano, segretario del Centro Azione
Liturgica, alla presentazione dell’evento – i fedeli non assistano più da estranei
o semplici spettatori a questo evento di fede, ma partecipino all’azione sacra consapevolmente
e attivamente”. “Già come uno vive la celebrazione, è una testimonianza – ha proseguito
don Di Stefano - che ogni volta ci chiama e ci provoca ad una conversione continua
perché tu, più comprendi il senso del Mistero che si celebra, e più esprimi conversione
e adesione attraverso i gesti e le preghiere di una celebrazione”. In tema di partecipazione
alla liturgia, l’arcivescovo di Palermo, mons. Paolo Romeo, ha segnalato “l’urgente
bisogno di una quindicina di chiese”, affinché, “le singole comunità parrocchiali
abbiano dei luoghi di culto”. “E poi – ha proseguito il presule - c’è la questione
dei quartieri dello ZEN, del CEP: zone ad alto rischio sociale che avrebbero bisogno
di una presenza più capillare sul territorio. Per riunire i giovani, accompagnare
le persone anziane, c’è nello ZEN una sola parrocchia per 30 mila abitanti, lo stesso
è per il CEP”. Un’altra urgenza è promuovere le vocazioni, “perché - ha detto l’arcivescovo
di Palermo - con una famiglia in crisi, o devastata dalla crisi, con dei giovani che
non vengono accompagnati, non è tutti i giorni che possa avverarsi il miracolo di
Tarso”. E qui l’appello alle comunità: “bisogna fare uno sforzo – conclude mons. Romeo
- perché la preoccupazione della diocesi non è avere i numeri, vorremmo dei sacerdoti
qualitativamente elevati”. Con la consapevolezza che la partecipazione alla liturgia
ha accusato una certa stanchezza negli ultimi anni, il direttore dell’ufficio liturgico
diocesano, fra Pietro Sorci, ha sottolineato che partecipazione non è 'partecipazionismo'
“perché, – ha spiegato - molte volte, tante persone, se non sono protagoniste in prima
persona non si sentono coinvolte nella celebrazione e tante volte la disertano”.(A
cura di Alessandra Zaffiro)