Caucaso:la Georgia prolunga lo Stato di guerra. Attenzione rivolta ai profughi, nelle
parole di mons.Gugerotti
In Caucaso la situazione resta tesa. Nuovo appello della Nato e dell’Ue alla Russia
per un ritiro immediato dalla Georgia ''sulle posizioni precedenti la crisi dello
scorso 6 agosto”. Mosca sostiene di aver ottemperato agli accordi lasciando peacekeeper
solo a Poti. Dissente la Georgia, che proroga lo stato di guerra fino all'8 settembre
e che, secondo Mosca starebbe preparando nuove azioni di forza nell'Ossezia del sud
e nelle zone di interposizione.Dura intanto la condanna al Cremlino da parte del Consiglio
d’Europa: avrebbe compiuto ''massicci e indiscriminati bombardamenti'' per i quali
si chiede l'apertura di un'inchiesta.
E domani e domenica 31 agosto la Caritas
italiana ha indetto una colletta per le popolazioni vittime del conflitto nei territori
dell'Ossezia (Nord e Sud) e della Georgia. Un impegno di preghiera e solidarietà che
ha fatto seguito all’appello del Papa che ha donato 125mila dollari. Secondo l'Alto
Commissario dell'Onu per i rifugiati, ci sono 100 mila profughi in Georgia e 50 mila
al confine tra Ossezia del nord e del sud. Ma c’è la zona dell’Ossezia del sud dove
la situazione potrebbe essere anche peggiore, come spiega nell’intervista di Fausta
Speranza, il nunzio apostolico in Georgia, arcivescovo Claudio Gugerotti
“I venti della
guerra fredda non sono passati e i rapporti tra est e ovest si sono incrinati''. Secondo
quanto riportato dall’Agenzia Ansa,il Segretario di Stato Vaticano cardinale Tarcisio
Bertone ha cosi' espresso,la preoccupazione della Santa Sede per le tensioni generate
dalla crisi georgiana a margine di una messa celebrata a Courmayeur, dove si trova
per un periodo di riposo .''Gli uomini politici - ha aggiunto il porporato- non hanno
ascoltato gli inviti del Papa a diventare costruttori di pace in nome di un interesse
superiore. E' mancato il dialogo interreligioso, ma anche il dialogo con i popoli''.