Filippine: appello congiunto dei vescovi e degli ulema per la pace
La Conferenza episcopale e la Lega degli ulema delle Filippine (BUC) hanno lanciato
un appello urgente sia al governo che al Comitato Centrale del Fronte islamico di
liberazione Moro (MILF) perché cessino le ostilità a Mindanao, la vasta isola che
si trova a sud del Paese. A Mindanao, dove vive un terzo del popolo filippino e una
consistente minoranza dei musulmani del Paese (oltre 6 milioni di persone), sono attivi
diversi gruppi di ribelli. I primi accordi di pace tra governo e MILF risalgono a
trent'anni fa. Sotto la presidenza di Gloria Arroyo, nel 2001, è stato siglata un'altra
intesa, le cui trattative sono ancora aperte e procedono a rilento. La dichiarazione,
pubblicata questo ieri, è firmata dall'arcivescovo di Davao, mons. Fernando Capalla,
dall'arcivescovo emerito Hilario Gomez, e da Hamid Barra, rappresentante della Lega
degli ulema delle Filippine, l'organo che riunisce i dotti musulmani in scienze religiose
del Paese. Nel messaggio – rende noto l’agenzia Zenit - i leader cattolici e musulmani
chiedono ai due schieramenti di giungere ad una tregua immediata, che preveda il ritiro
delle truppe, il rilascio di prigionieri e il ristabilimento dell'ordine nella zona
settentrionale. La Conferenza episcopale delle Filippine invita inoltre i media ad
evitare di dare informazioni che possano essere interpretate come una provocazione
da parte dei combattenti. In un altro comunicato congiunto i rappresentanti cattolici
e musulmani di Mindanao hanno condannato la violenza nella zona nord di Lanao, e l'
“inutile perdita di vita umane e proprietà”. “In questi momenti in cui si mescolano
troppi sentimenti di rabbia, paura, odio e confusione – si legge nel documento - chiediamo
alle nostre comunità musumane e cristiane che conservino la calma e la fedeltà alla
loro chiamata come creature di Dio Onnipotente e Misericordioso”. (A.L.)