Padre Salvini: “le Olimpiadi di Pechino non siano un’occasione perduta”
“L’Olimpiade a Pechino potrebbe diventare per l'Europa e per il resto del mondo un’opportunità
per passare nei confronti della Cina da un atteggiamento ambivalente e ambiguo dettato
dalla paura a quello del confronto e del dialogo”. E’ quanto scrive sull’Osservatore
Romano, a pochi giorni dalla chiusura dei Giochi Olimpici, padre GianPaolo Salvini,
direttore di “Civiltà Cattolica”. Il religioso parla dell’inizio di una possibilità
nuova che dia modo di rapportarsi alla Cina in maniera diversa “senza nascondersi
le difficoltà del compito”. Padre Salvini ricorda la missione in Asia del gesuita
Matteo Ricci e dei suoi successori, “armati – scrive - soltanto della loro fede, della
loro parola e della scienza”. Da qui l’invito a “fare altrettanto oggi”; il direttore
porta l’esempio del periodo pre-Olimpiade con “l’uso strumentale dello sport, che
dovrebbe pure essere momento di incontro, di competizione, carico da sempre di simboli
e di passione”. “Si tratta insomma di far sì – continua padre Salvini - che non sia
una nuova occasione perduta”. Il direttore di “Civiltà Cattolica” pone l’attenzione
anche sulle difficoltà esistenti tra la Chiesa cattolica e Pechino: “alcune – scrive
- di natura politica internazionale, altre assai più delicate come il ruolo dei vescovi
in Cina e la loro nomina da parte della Santa Sede”. Aggiunge però che sono in atto
“soluzioni de facto” e che esiste “un dialogo volonteroso da ambedue le parti, nonostante
le incomprensioni politiche e alcuni periodici sussulti”. Nell’auspicare che le “due
comunità dell’unica Chiesa cinese” trovino la via della comunione, padre Salvini ricorda
il concerto in Vaticano dell’Orchestra sinfonica cinese, il 7 maggio scorso, definedolo
“una tessera di un mosaico di dialogo e di scambio, nel nome dell'arte, che non risolve
i problemi, ma crea l'atmosfera per farlo”. Un linguaggio probabilmente più efficace,
sottolinea il direttore, rispetto alla “diplomazia del ping-pong” che segnò anni fa
il disgelo tra gli Stati Uniti e la Cina. “La speranza – continua il gesuita – è che
in Cina si proceda sulla via dei diritti umani, per i quali sembra soffrire tuttora
di un deficit strutturale, sulla via della democrazia e di una libertà sostanziale.
L'Olimpiade –conclude - è solo l'inizio di una possibilità nuova. Bisogna non perderla”.
(B.C.)