Barbaramente ucciso un sacerdote carmelitano in India. L’arcivescovo di Hyderabad
denuncia il crescente clima d'intollerenza verso i cristiani
La Chiesa indiana si stringe attorno ad un suo nuovo martire: nella notte del 16 agosto,
è stato assassinato in Andhra Pradesh padre Thomas Pandippallyil, carmelitano di 38
anni, che si stava recando in un villaggio per celebrare la Messa domenicale. Il giovane
sacerdote è stato massacrato brutalmente. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Padre
Thomas è un martire. Ha sacrificato la propria vita per i poveri e gli emarginati.
Egli non è morto invano, perché il suo corpo e il suo sangue feconderanno la chiesa
indiana e, in particolare, quella dell’Andhra Pradesh”: ne è convinto mons. Marampudi
Joji, arcivescovo di Hyderabad e segretario della conferenza episcopale dell’Andhra
Pradesh. Parole di speranza in un momento tragico che ha scosso profondamente la comunità
dei fedeli indiani. Il presule, all’agenzia AsiaNews, afferma che il barbaro omicidio
è “conseguenza del crescente clima di intolleranza e violenze verso i cristiani nel
Paese”. Una morte orribile quella del giovane sacerdote a cui hanno spezzato mani
e gambe e strappato gli occhi. Padre Thomas Pandippallyil è stato ucciso mentre si
recava in motorino dai suoi fedeli per celebrare la Messa. Il suo corpo è stato trovato
poco lontano dal villaggio di Balampilly a circa 90 chilometri dal capoluogo del distretto.
Al microfono di Kelsea Brennan-Wessels del nostro programma inglese,
proprio l’arcivescovo di Hyderabad, mons. Marampudi Joji, esprime
il suo dolore e chiede alle autorità di garantire i diritti della minoranza cristiana: R.
– We are very much shocked… “Siamo davvero scioccati per la notizia. Come
arcivescovo ho viaggiato con un gruppo di miei sacerdoti e suore in quest’area remota
dove è stato ucciso padre Thomas. Qui i cattolici sono davvero pochi. Il nostro lavoro
è molto apprezzato da tutti. Nessuno va in quell’area, ma la Chiesa cattolica si è
invece prodigata in queste zone e ciò dà fastidio a molti. Noi ci appelliamo al governo
indiano, perché venga in aiuto e dia sicurezza alla minoranza cattolica, ai fedeli
cristiani. La Costituzione ci dà il diritto di praticare e testimoniare la religione
ovunque nel Paese. Il governo deve affrontare la questione seriamente ed aiutarci”.
Le esequie di padre Thomas saranno celebrate mercoledì prossimo
nella casa provinciale dei Carmelitani a Balampilly, dove verrà sepolto. Entrato nella
missione dei carmelitani di Maria Immacolata a Chanda, nel 1987, ha preso i voti nel
2002. Impegnato nel settore dell’istruzione, è stato a lungo rettore dell’istituto
provinciale e ha lavorato come amministratore nell’ospedale, nella scuola e nel centro
missionario locale.