2008-08-17 15:21:16

La speranza supera ogni ostacolo: la storia di Lisa, bimba ucraina nata senza bocca che oggi sorride alla vita


Si conclude oggi la rubrica “Testimoni della Speranza” con una storia che ben ne sintetizza il suo significato. Esattamente un anno fa, il 17 agosto del 2007, l’agenzia ANSA dava notizia di una neonata ucraina venuta al mondo senza bocca e con scarsissime speranze di vita. Un destino che, alla Radio Vaticana, non abbiamo voluto accettare, chiedendo un interessamento delle realtà ecclesiali ucraine e in primis della Caritas locale, da sempre impegnata in favore dei bambini bisognosi. Il nostro SOS ha raggiunto suor Svetlana, segretaria della “Caritas Spes Ucraina”, che a sua volta ha chiesto aiuto a Elena Maria Corradini, segretaria presso l’Ospedale San Camillo di Trento. Elena, con grande passione e generosità, collabora da tempo con la Caritas di Kiev. Ecco la sua testimonianza, raccolta da Alessandro Gisotti:RealAudioMP3
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R. – Ho ricevuto un email il 3 settembre da suor Svetlana, con la quale collaboro. Invio sempre medicine e materiale sanitario per i poveri, gli orfanotrofi e le case di riposo. Ho visto queste foto via email e questa richiesta di aiuto e mi sono messa a piangere. Da queste foto è partito tutto. Ho trovato un Centro per le malformazioni cranio-facciali a Vicenza e ho parlato con il dott. Ugo Baciliero, che si è reso subito disponibile per operare la bambina. Le labbra in realtà c’erano, il problema era all’interno, perché era tutto saldato: i muscoli facciali, la lingua, era tutto atrofizzato.
 
D. – Una volta avuta la disponibilità da parte del dott. Baciliero, come si è provveduto al trasporto di Lisa?
 
R. – Noi della sezione femminile della Croce Rossa di Trento abbiamo messo i soldi e abbiamo prenotato il biglietto aereo. Abbiamo dovuto prenotare tre o quattro poltroncine, pensando che la bimba venisse qua in una culla, in un lettino, qualcosa del genere. Invece, in realtà, la bambina ha fatto le tre ore e passa di viaggio sempre in braccio alla mamma e sempre piangendo disperata. Era in fin di vita, quando è arrivata all’aeroporto Malpensa, a Milano. Noi della Croce Rossa di Trento siamo partiti… è partita l’ambulanza. Appena scesa dall’aereo, hanno preso direttamente la bambina in braccio e la mamma che era spaventatissima.
 
D. – Arriva poi il momento dell’operazione...
 
R. – Innanzitutto, abbiamo scoperto tramite suor Svetlana che la bimba non era stata battezzata. Allora la prima cosa che ho predisposto è stato il Battesimo con l’aiuto del signor Anzolin, presidente dell’Associazione Famiglie Insieme, alla quale mi sono rivolta per avere un aiuto. Le speranze non erano grandissime: la bambina era denutrita, era molto grave e rischiava di soffocare da un momento all’altro. Sono successi tanti episodi di soffocamento. A me personalmente è successo che un giorno che l’avevo in braccio, una domenica, in pochi secondi è diventata viola e non respirava più...
 
D. – L’operazione è riuscita. Ovviamente stiamo parlando della prima grande operazione...
 
R. – La prima, sì. La prima è stata la più difficile: innanzitutto hanno fatto una tracheotomia e inserito la cannula tracheale per consentire alla bambina di respirare. L’intervento è riuscito, è andato bene, e poi si sono susseguiti gli altri interventi, in tutto quattro, a livello maxillofacciale.
 
D. – Oggi Lisa come sta e dov’è?
 
R. – Oggi Lisa è a casa mia. Praticamente abbiamo adottato lei e anche la mamma. Sta bene. Una volta alla settimana, anche due, andiamo in ospedale per cambiare la cannula tracheale e pian piano dovrà imparare a masticare e ad ingoiare con la bocca. E’ molto vivace, è intelligentissima e ha un sorriso favoloso.
 
D. – E Lisa cammina da sola...
 
R. – Cammina da sola da un mese circa, anzi corre. E’ bellissima come tutti gli altri bambini. Le abbiamo insegnato a mettere il ditino sulla cannula tracheale, per poter sentire la sua voce e speriamo un giorno, il più presto possibile, di poter togliere questa cannula, così potrà parlare anche lei.
 
D. – Questa storia insegna tante cose, soprattutto che si può fare...
 
R. – Sicuramente. Ognuno di noi può fare tanto, anche solo salvare una vita umana è una cosa grandiosa e penso che ognuno di noi potrebbe cercare di servire il Signore in questo modo, aiutando i poveri, i bisognosi e gli ultimi.
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