2008-08-17 15:09:30

La Chiesa celebra oggi la memoria di Santa Chiara da Montefalco: quest’anno ricorre il settimo centenario della morte della mistica agostiniana


La Chiesa ricorda oggi Santa Chiara da Montefalco. Proprio quest’anno ricorre il VII centenario della morte della mistica agostiniana che, sin da bambina, ha manifestato una spiritualità alta, assai dedita alla preghiera e spesso immersa nella contemplazione di Gesù Crocifisso. Diverse le iniziative che intendono far riscoprire la figura di questa monaca che è stata anche una teologa, una guida spirituale per principi, cardinali e vescovi. Tra gli eventi, anche un convegno internazionale che si svolgerà, dal 25 al 27 settembre, a Montefalco, in Umbria dove tuttora esiste il monastero in cui è vissuta la religiosa. Ma chi era esattamente Chiara da Montefalco detta anche della Croce? Tiziana Campisi lo ha chiesto a madre Maria Rosa Guerrini, badessa del monastero agostiniano di Montefalco:RealAudioMP3

R. – Prima di tutto è una donna innamorata del Signore. Il dare tutto a Lui non era soltanto una cosa personale, privata ma era per tutta la Chiesa, per tutti i bisogni dell’umanità, anche se sembra assurdo quando uno rinuncia a tutto e si chiude in un monastero ... Ecco, non è soltanto per una ricerca personalistica ma è proprio per dare tutto anche alla Chiesa. La sua era una testimonianza presente anche al paese, alla gente del popolo, alla gente stessa di Montefalco. Infatti, lei era la prima a mandare le medicine quando sapeva che c’era qualcuno malato e non poteva permettersele, o faceva 12 pani da dare ai poveri, anche in memoria dei 12 apostoli; lavava i lebbrosi e le lebbrose che arrivavano a bussare alla porta del monastero ... Quindi, la sua era una vita tutta dedita al Signore però anche tutta dedita ai bisogno dell’umanità che bussava alla sua porta.

 
D. – La tradizione ci parla di doni soprannaturali di Chiara da Montefalco ...

 
R. – Dono principale è che lei ha avuto impressa nel cuore la Croce del Signore. Proprio perché tutta la sua vita era stata impregnata dell’amore per Dio e per il prossimo; soprattutto gli ultimi tempi della sua vita, lei diceva sempre che aveva “Gesù Crocifisso mio impresso nel mio cuore”. Infatti, poi, alla morte hanno trovato nel cuore questi segni della Croce e della passione del Signore: proprio perché lei, durante tutta la vita, si era immedesimata anche nell’amore del Signore, non soltanto appunto con la preghiera, con questi doni, con queste visioni che il Signore le donava, ma proprio anche per un amore reale, costante del suo quotidiano.

 
D. – Poi c’erano anche cardinali e vescovi che a lei si rivolgevano ...

 
R. – Molti attingevano dalla sua sapienza, dal suo modo anche di percepire, di aiutare a leggere il cuore delle persone, proprio questa sua confidenza filiale e quotidiana con il Signore: ecco, il Signore le aveva donato di saper leggere i cuori e confortare, consolare ... Quando una persona è veramente unita a Dio, in costante colloquio con lui, infatti, la vita contemplativa in fondo non è altro che saper leggere e vedere le cose con lo sguardo di Dio; quindi, è ovvio, era una parola che consolava, che rassicurava ...

 
D. – Chiara da Montefalco era soprattutto una mistica ...

 
R. – Quando si parla di misticismo, è un po’ difficile, perché uno si impressiona subito e dice: "Non è una cosa che ci riguarda, sono solo doni straordinari, queste visioni mistiche o il dono della stigmatizzazione o altri"...E invece, forse, anche noi tutti dovremmo un pò riavvicinarci a questo, perché la vita mistica è l’anima della vita spirituale e anche della vita di ogni cristiano. Nella vita spirituale, come nella vita dell’unione con Dio, l’importante è sempre l’amore, e a questo sono chiamati tutti.







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