Olimpiadi. Bolt nuovo record mondiale nei 100 metri piani
Alle Olimpiadi di Pechino vince la finale dei 100 metri piani uomini il giamaicano
Bolt e stabilisce il nuovo record mondiale con 9 secondi e 69 centesimi, mentre il
nuotatore statunitense Phelps ha conquistato il settimo oro nei 100 farfalla ed ha
così eguagliato il connazionale Spitz, che aveva stupito ai Giochi di Monaco ‘72.
Ritirate invece le due medaglie del tiratore nordcoreano Kim Jong-su, trovato positivo
ad un controllo antidoping. A conclusione dell'ottavo giorno di gare, gli Stati Uniti
superano la Cina nel computo totale delle medaglie, anche se i padroni di casa mantengono
il dominio assoluto degli ori. Per fare il punto sulla situazione dei giochi Massimiliano
Menichetti ha raccolto il commento della collega Flaminia Rosati, raggiunta
telefonicamente a Pechino :
R. – Stanno
emergendo sicuramente tre cose: questa Cina, che sta sbancando il medagliere, Michael
Phelps, che ha raggiunto finalmente il primato di Spitz, l’ha raggiunto e vorrebbe
batterlo domani. E la terza cosa, sicuramente, la finale dei 100 metri di oggi: l’uomo
più veloce del mondo continua a conservare un fascino straordinario e sicuramente
resterà l’uomo immagine delle Olimpiadi. D. – La questione
del Caucaso. Da più parti si è detto: si sta violando la tregua olimpica. Cosa dicono,
come vivono gli atleti ciò che succede fuori, oppure si vive in un clima del tutto
separato dal resto del mondo? R. – Credo che gli atleti proprio
in questo preciso istante vivano abbastanza separati dal resto del mondo. Ma io credo
che sia una cosa del tutto comprensibile ed è assolutamente fisiologico che siano
concentrati sulle gare. Poi, chiaramente, ciascuno ha la sua sensibilità personale.
D. – Anche se rimane storico l’abbraccio tra l’atleta georgiana
e quella russa ... R. – Ma certo, resta una bellissima immagine
non solo di sport. Cioè, si può avere un Paese in guerra con un altro e due persone
di quei Paesi che vivano in amicizia. D. – Altra questione che
accompagna queste Olimpiadi: quella della difesa dei diritti umani. Anche durante
i giochi si hanno notizie di manifestazioni. Voi avete un ritorno di questo clima,
oppure no? R. – Abbiamo lo stesso ritorno, credo, che c’è nel
resto del mondo, perché anche qui si leggono i giornali. Ma forse è troppo chiedere
agli atleti, soprattutto agli atleti che ci stanno dentro, di prendere delle posizioni
che mettono a rischio le loro gare. D. – Si può dire che il
messaggio dello sport alla fine è un messaggio di pace somma, nonostante la competizione
più aspra? R. – Nel momento in cui la competizione esce onesta
e trasparente, direi di sì. E alla fine vedere al Villaggio Olimpico questi ragazzi
tutti insieme, di Paesi diversissimi, che mangiano insieme, che fanno amicizia, che
riescono ad abbracciarsi anche quando hanno il Paese in guerra, ecco, direi che dal
punto di vista simbolico sia proprio importante.