Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa 20.ma Domenica del Tempo Ordinario il Vangelo ci presenta l’incontro di
Gesù con una Cananèa nella regione di Tiro e Sidòne. La donna, gridando, chiede al
Signore di guarire la figlia, tormentata da un demonio. Ma Gesù, inizialmente, non
le rivolge neppure una parola, poi sembra trattarla con distacco affermando che la
sua missione è rivolta alle "pecore perdute della casa d'Israele". Di fronte all’umile
e fiduciosa insistenza della donna, Gesù esclama:
«Donna, grande è la tua
fede! Avvenga per te come desideri».
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo
il commento di don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università
Lateranense:
La
missione di Gesù è circoscritta “alle pecore perdute della casa di Israele”. Scrive
Paolo: che “Cristo si è fatto servitore dei circoncisi in favore della veracità di
Dio, per compiere le promesse dei padri” (Rm 15, 8).
E’
emblematico che la donna pagana si avvicini a Lui a motivo di una vessazione diabolica.
Prima dell’avvento del Figlio infatti “tutto il mondo era sotto il potere del diavolo”
(cf. 1Gv 5, 19; At 10, 38).
In un primo momento Gesù
non presta ascolto alle grida della donna a motivo della Sua obbedienza al disegno
del Padre. Poi, però, attraverso la pietà e la profonda umiltà della Cananea, Egli
scorge un segno inaspettato: la fede. E ciò per il Figlio è un segno chiaro di un’azione
del Padre stesso. “Nessuno - dichiara Egli stesso - può venire a me se non è attirato
dal Padre mio” (cf. Gv 6, 65). A quel punto Gesù cambia posizione ossequiando l’indicazione
del Padre e libera la figlia della donna Cananea dal crudele tormento (kakos) del
demonio.
La vera preghiera d’impetrazione deve avvenire
sotto l’azione di Dio, nella fede, in tutta umiltà e pietà.