Come Maria i cristiani siano segni di speranza e consolazione in un mondo segnato
da dolore e false gioie: così il Papa nella Solennità dell'Assunzione
Davanti al triste spettacolo di tante false gioie e di tanto dolore angosciato che
dilaga nel mondo dobbiamo imparare da Maria a diventare segni di speranza e di consolazione,
dobbiamo annunziare con la nostra vita la risurrezione di Cristo: con queste parole
Benedetto XVI ha concluso l’omelia della Messa presieduta stamani nella parrocchia
di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo nella Solennità dell’Assunta. Alle 12.00
poi il Papa ha guidato l'Angelus nel Cortile del Palazzo apostolico della cittadina
laziale. Il servizio di Sergio Centofanti.
(canto) Il
Papa parla dell’evento “unico e straordinario” dell’Assunzione in cielo di Maria,
in corpo e anima, “segno di sicura speranza e consolazione” per tutti noi. “La più
antica festa mariana” – sottolinea – è “un’occasione per ascendere con Maria alle
altezze dello spirito, dove si respira l’aria pura della vita soprannaturale e si
contempla la bellezza più autentica, che è la santità”: “L’odierna
festa ci spinge a sollevare lo sguardo verso il cielo. E non un cielo fatto di idee
astratte, nemmeno un cielo immaginario creato dall’arte, ma il cielo della vera realtà,
che è Dio stesso: Dio è il cielo. E Lui è la nostra meta, la meta e la dimora eterna
da cui proveniamo e alla quale tendiamo”. Quando
Maria si è addormentata a questo mondo per risvegliarsi in cielo – ha spiegato il
Papa - ha semplicemente seguito per l’ultima volta il Figlio Gesù nel suo viaggio
più lungo e decisivo: “Come Lui, insieme con Lui, è partita
da questo mondo per tornare alla casa del Padre. E tutto questo non è lontano da noi,
come appare forse in un primo momento, perché tutti noi siamo figli del Padre Dio,
tutti noi siamo fratelli di Gesù e tutti noi siamo anche figli di Maria, Madre nostra.
E tutti siamo protesi verso la felicità. E la felicità alla quale tutti noi tendiamo
è Dio, così tutti noi siamo in cammino verso questa felicità, che chiamiamo cielo,
che è Dio”. Il Papa prega Maria perché ci aiuti a
far sì che ogni momento della nostra esistenza sia un passo in questo cammino verso
Dio, verso quella trasformazione “che riguarda ogni essere umano e il cosmo intero”: “Colei
da cui Dio aveva preso la sua carne e la cui anima era stata trafitta da una spada
sul Calvario si è trovata associata per prima e in modo singolare al mistero di questa
trasformazione, alla quale tendiamo noi tutti, anche noi spesso trafitti da spade
della sofferenza di questo mondo. La nuova Eva ha seguito il nuovo Adamo nella sofferenza,
nella Passione, e così anche nella gioia definitiva. Cristo è la primizia, ma la Sua
carne risorta è inseparabile da quella della Sua Madre terrena, Maria, e in Lei tutta
l’umanità è coinvolta nell’Assunzione verso Dio”. Si
tratta di una trasformazione che coinvolge tutta la creazione perché nasceranno nuovi
cieli e una terra nuova, “in cui non vi sarà più né pianto, né lamento, perché non
vi sarà più la morte”: “Quale grande mistero d’amore viene
oggi riproposto alla nostra contemplazione! Cristo ha vinto la morte con l’onnipotenza
del suo amore e solo l’amore è onnipotente e questo suo amore lo ha spinto a morire
per noi e così a vincere la morte. Sì, solo l’amore fa entrare nel regno della vita!
E Maria vi è entrata dietro il Figlio, associata alla Sua gloria, dopo essere stata
associata alla Sua passione. Vi è entrata con un impeto incontenibile mantenendo aperta
dopo di lei la via per tutti noi. E per questo oggi la invochiamo: ‘Porta del cielo’,
‘Regina degli angeli’ e ‘Rifugio dei peccatori’. Non sono certo i ragionamenti a farci
capire queste realtà così sublimi, ma la fede semplice, schietta, ed il silenzio della
preghiera che infinitamente ci supera e ci aiuta a parlare con Dio e a sentire come
il Signore parla al nostro cuore”. La fede di Maria
– rileva il Papa - ci fa vivere in questa dimensione tra finito e infinito, trasformando
anche il senso del tempo: e grazie a quella fede sentiamo “che la nostra vita non
è risucchiata dal passato, ma attratta verso il futuro, verso Dio dove Cristo ci ha
preceduto e dietro a Lui, Maria”: “Guardando l’Assunta in
cielo comprendiamo meglio che la nostra vita di ogni giorno, pur segnata da prove
e difficoltà, scorre come un fiume verso l’oceano divino, verso la pienezza della
gioia e della pace. Comprendiamo che il nostro morire non è la fine, ma l’ingresso
nella vita che non conosce la morte. Il nostro tramontare all’orizzonte di questo
mondo è un risorgere all’aurora del mondo nuovo, del giorno eterno”. Benedetto
XVI chiede quindi a Maria di accompagnarci “nella fatica del nostro vivere e morire
quotidiano” mantenendoci "costantemente orientati verso la vera patria della beatitudine”: “Davanti
al triste spettacolo di tanta falsa gioia e contemporaneamente di tanto angosciato
dolore che dilaga nel mondo, dobbiamo imparare da Lei a diventare noi segni di speranza
e di consolazione, dobbiamo annunciare con la vita nostra la risurrezione di Cristo”. (canto) All’Angelus,
poi, il Papa ha ricordato che “dal Paradiso la Madonna continua a vegliare sempre,
specialmente nelle ore difficili della prova, sui suoi figli, che Gesù stesso Le ha
affidato prima di morire in croce”: “Quante testimonianze
di questa sua materna sollecitudine si riscontrano visitando i Santuari a Lei dedicati!
Penso in questo momento specialmente alla singolare cittadella mondiale della vita
e della speranza che è Lourdes, ove, a Dio piacendo, mi recherò fra un mese, per celebrare
il 150° anniversario delle apparizioni mariane colà avvenute”. “Maria
assunta in cielo – ha concluso - ci indica la meta ultima del nostro pellegrinaggio
terreno”: “Ci ricorda che tutto il nostro essere - spirito,
anima e corpo – è destinato alla pienezza della vita; che chi vive e muore nell’amore
di Dio e del prossimo sarà trasfigurato ad immagine del corpo glorioso di Cristo risorto;
che il Signore abbassa i superbi e innalza gli umili (cfr Lc 1,51-52). Questo la Madonna
proclama in eterno col mistero della sua Assunzione. Che Tu sia sempre lodata, o Vergine
Maria! Prega il Signore per noi”. (musica)