Solennità dell'Assunta: domani il Papa presiede la Messa nella parrocchia di San Tommaso
da Villanova a Castel Gandolfo
La Chiesa si appresta a celebrare con gioia la Solennità dell’Assunta: domani mattina
alle 8.00 il Papa presiederà la Santa Messa nella parrocchia di San Tommaso da Villanova
a Castel Gandolfo. La celebrazione sarà trasmessa in diretta da Sat 2000. A mezzogiorno,
il tradizionale appuntamento dell’Angelus, nel cortile del Palazzo Apostolico della
cittadina laziale. E’ la quarta volta che Benedetto XVI presiede i riti dell’Assunzione.
Alla vigilia di questa festa vi riproponiamo alcune riflessioni proposte dal Pontefice
negli anni scorsi. Il servizio di Sergio Centofanti.
Benedetto
XVI pone in luce la “consolante verità di fede” dell’Assunzione in cielo di Maria,
in cui il popolo cristiano intravede il compimento delle sue attese. La Vergine –
afferma il Papa – ci incoraggia a non perdere la fiducia dinanzi alle difficoltà della
vita e a cercare le cose essenziali, non quelle passeggere: “Presi
dalle occupazioni quotidiane rischiamo infatti di ritenere che sia qui, in questo
mondo nel quale siamo solo di passaggio, lo scopo ultimo dell’umana esistenza. Invece
è il Paradiso la vera meta del nostro pellegrinaggio terreno. Quanto diverse sarebbero
le nostre giornate se ad animarle fosse questa prospettiva! Così è stato per i santi.
Le loro esistenze testimoniano che quando si vive con il cuore costantemente rivolto
al cielo, le realtà terrene sono vissute nel loro giusto valore perché ad illuminarle
è la verità eterna dell’amore divino”. (Angelus del 15 agosto 2006) “Tutta
la storia umana – dice il Papa commentando la Lettura dell’Apocalisse della Messa
dell’Assunta - è una lotta tra due amori: l’amore di Dio fino al dono di sé e l’amore
di sé fino al disprezzo di Dio, fino all’odio degli altri”: due amori simboleggiati
dalle immagini della donna vestita di sole, segno dell'amore di Dio, e dell’enorme
drago rosso, segno dell'amore di sé. Con la figura del drago - ha sottolineato - San
Giovanni voleva indicare il potere degli imperatori romani anticristiani, “un potere
che appariva illimitato” di fronte alla debolezza della Chiesa: "Davanti
a questo potere la fede, la Chiesa, appariva come una donna inerme, senza possibilità
di sopravvivere, tanto meno di vincere. Chi poteva opporsi a questo potere onnipresente
che sembrava in grado di fare tutto? E tuttavia sappiamo che alla fine ha vinto la
donna inerme, ha vinto non l’egoismo, non l’odio; ha vinto l’amore di Dio e l’Impero
romano si è aperto alla fede cristiana”. (Omelia della Messa del 15 agosto 2007) “Assunta
in cielo – spiega il Papa - Maria non si è allontanata da noi, ma ci resta ancor più
vicina", sente le nostre preghiere e ci aiuta “con la sua bontà materna”: “Attratti
dal fulgore celeste della Madre del Redentore, ricorriamo con fiducia a Colei che
dall’alto ci guarda e ci protegge. Abbiamo tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto
per affrontare le prove e le sfide di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre
e sorella nelle concrete situazioni della nostra esistenza. E per poter condividere
un giorno anche noi per sempre il suo medesimo destino, imitiamola ora nella docile
sequela di Cristo e nel generoso servizio dei fratelli. E’ questo l’unico modo per
pregustare, già nel nostro pellegrinaggio terreno, la gioia e la pace che vive in
pienezza chi giunge alla meta immortale del Paradiso”. (Angelus del 15 agosto 2007) Quindi
il Papa invoca l’intercessione della Vergine per la pace in tutto il mondo: “Alla
Regina della pace, che contempliamo nella gloria celeste, vorrei affidare ancora una
volta le ansie dell’umanità per ogni luogo del mondo straziato dalla violenza”. (Angelus
del 15 agosto 2006) Ma qual è oggi il significato della
Solennità dell’Assunta? Emanuela Campanile lo ha chiesto a Cettina Militello,
teologa e membro del direttivo della Pontificia Accademia mariologica internazionale:
R. – Man
mano che La si accosta, come già diceva Paolo VI, non si può non tener conto di Maria
per chi è cristiano, perché per Lei ci è stato dato Cristo, si vanno scoprendo delle
dimensioni molto consolanti, nel senso che se per Lei, creatura, è stato possibile
rispondere pienamente al progetto di Dio, allora il progetto è davanti a noi: anche
noi come Lei possiamo corrispondere al dono. D. – Uno dei primi
tratti di questa figura è la dolcezza. Però Maria è anche rappresentata come la donna
sotto il cui piede viene schiacciato il serpente. Da cosa si coglie la fortezza di
Maria? R. – E’ una donna forte. I Vangeli ce lo attestano, soprattutto
ponendo in bocca a Lei il Magnificat, che è un inno stupendo di liberazione, di riconoscimento
della misericordia di Dio e di canto dell’alleanza, della fedeltà di Dio alla promessa,
un canto di speranza. Maria è indubbiamente una donna forte e lo prova la sua capacità
di diventare discepola. Non è un gioco di parole. Noi enfatizziamo, soprattutto noi
del Mediterraneo, il materno. In realtà, l’attrattiva di Maria è quella di andare
oltre la carne e il sangue per diventare discepola del Figlio. E questo comporta una
statura, un raziocinare, un aderire diverso, non umorale, ma pieno della persona,
al messaggio. D. – Per una donna, Maria ha un significato aggiunto? R.
– Senza dubbio ci viene incontro la categoria della sororità: è nostra sorella. Per
carità, è sorella anche degli uomini, però c’è un filo diretto immediato.