L’importanza dell’essere missionari nei lavori del Congresso Americano Missionario
in Ecuador
Continua a Quito, in Ecuador, il terzo Congresso Americano Missionario. Ieri, dopo
l’Eucaristia di apertura e la lettura del messaggio di Benedetto XVI, oltre 3mila
partecipanti, tra cui 4 cardinali e più di 100 vescovi, si sono riuniti in diversi
gruppi di lavoro. Da più parti, i relatori e i rappresentanti delle 24 Conferenze
episcopali dell’America, hanno voluto sottolineare l’importanza della Missione continentale
che sarà lanciata domenica prossima. Al tempo stesso è stato ribadito con insistenza
che tale Missione per essere autentica ed efficace deve essere pensata, e soprattutto
realizzata, come un impegno permanente e non sporadico. Lo stesso motto del Congresso:
“L'America con Cristo, ascolta, impara ed annuncia”, ha sottolineato il cardinale
Oscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, indica che l’essere missionario
di ogni cristiano e dell’intero corpo ecclesiale è parte intrinseca dell’essere discepoli
e dunque la missionarietà non si esaurisce in un atto e in una campagna. Molti interventi
della prima giornata dei lavori hanno cercato di individuare l’insieme delle condizioni
ecclesiali che, come segnala il documento di Aparecida, consentano di vivere questo
stato di missione senza confini temporali. E così sono risuonati incoraggianti le
parole del Santo Padre che nel suo messaggio scrive: “Davanti alle difficoltà di un
ambiente a volte ostile, davanti alla scarsezza di risultati immediati e spettacolari
o di fronte all’insufficienza di mezzi umani, vi invito a non lasciarvi vincere dalla
paura o abbattere dallo scoraggiamento e a non farvi trascinare dall’inerzia. Ricordate
le parole di Gesù, il Buon Pastore: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate
fiducia; io ho vinto il mondo!». (Gv 16,33)”. Oggi, i lavori si apriranno con la relazione
di mons. Luis Augusto Castro, arcivescovo di Tunja, Colombia, che terrà una relazione
sulla “Pentecoste, comunità sotto la guida dello spirito”. Seguiranno i commenti,
le testimonianze e i dibattiti. (L.B.)