I vescovi del Salvador: urgente riannunciare il Vangelo a quanti hanno lasciato la
Chiesa
I vescovi del Salvador hanno pubblicato un ampio documento sulla situazione nazionale
e le sfide pastorali nel Paese alla vigilia del lancio, domenica prossima, della Missione
continentale decisa nella Conferenza di Aparecida. Il servizio di Luis Badilla.
“Con gioia
– affermano i vescovi - riconosciamo che l’aver trovato il Signore è la cosa migliore
nelle nostre vite e perciò sentiamo impellente il desiderio di condividere questa
nostra esperienza con tutti i nostri fratelli, ma in un modo speciale con coloro che,
per ragioni conosciute solo a Dio, hanno abbandonato la Chiesa o da essa si sono allontanati”.
Nel ricordare la profonda fede religiosa dei salvadoregni, i vescovi rilevano quanto
sia importante per l’oggi e per il domani di questa Nazione poter “continuare a coltivare
questa fede nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti apostolici, nei centri
educativi e anzitutto nelle famiglie”. A questo punto occorre prendere coscienza,
sottolinea l’episcopato salvadoregno, che l’alternativa è una sola: “dichiararsi tutti
in stato di missione permanente (…) intesa come tempo di grazia, come cammino di rinnovamento,
come conversione personale, sociale e pastorale. Solo in questo modo saremo in grado
di dare risposte adeguate alle grandi sfide della nostra epoca”, comprese quelle che
affronta il “Paese nei diversi ambiti, dall’economia alla politica”. Infine, i presuli
sottolineano le loro priorità: in primo luogo la Parola di Dio, la pastorale biblica.
Inoltre, aggiungono, la liturgia deve essere collocata sempre al centro della vita,
in particolare i sacramenti dell’iniziazione cristiana e, al tempo stesso chiamano
tutti i fedeli “a lavorare per costruire la Chiesa come casa e come scuola di comunione”.
Infine, concludono i vescovi salvadoregni, nessuno si può sottrarre al dovere della
solidarietà, in particolare con i più poveri, gli afflitti e i malati. “Quante volte
coloro che soffrono – affermano - ci evangelizzano! Nel riconoscimento di questa presenza
e vicinanza e nella difesa dei diritti degli esclusi, si gioca la fedeltà della Chiesa
a Gesù”.