Russia e Georgia accettano il piano di pace europeo mediato da Sarkozy
E' stato accettato da Russia e Georgia il piano di pace proposto dal capo dell’Eliseo,
Nicolas Sarkozy, che in qualità di presidente di turno dell’Unione Europea, ieri a
Tbilisi è riuscito a far convergere le parti su una soluzione comune alla crisi. La
decisione è giunta dopo una giornata convulsa, nel corso della quale il presidente
russo Medvedev (MED-DIE-DIEF) aveva annunciato la conclusione delle operazioni militari
in Ossezia del Sud, proprio mentre il capo dello Stato georgiano, Shakasvili, aveva
invece reso noto l’uscita del suo Paese dalla Comunità degli Stati Indipendenti, che
comprende gran parte delle Repubbliche dell’ex Unione Sovietica. Ci riferisce, da
Mosca, Giuseppe D’Amato:
Ma che cosa
rimane, dunque, dopo questo confronto armato tra Russia e Georgia, che ha preoccupato
non poco la comunità internazionale? Francesca Sabatinelli lo ha chiesto a Vittorio
Strada, esperto dell’area ex sovietica, già docente all’Università Ca’ Foscari di
Venezia:
Sullo sfondo
della crisi russo-georgiana, dunque, le istanze di adesione alla Nato della Georgia
e di altre repubbliche ex sovietiche. E ieri il buon esito del negoziato del presidente
Sarkozy è stato accolto positivamente negli ambienti dell’Alleanza Atlantica e anche
dell’Unione Europea a Bruxelles, dove oggi verrà esaminato l’accordo, che sarà poi
esaminato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il servizio da Bruxelles di Giovanni
Del Re:
Intanto, diventa
preoccupante l’emergenza umanitaria dopo sette giorni di scontri armati tra Russia
e Georgia. Sono almeno 100 mila gli sfollati. Lo ha riferito ieri l’Alto Commissariato
delkl’Onu per i Rifugiati. Per cercare di aiutare i profughi, la Caritas Georgia ha
attivato un piano di emergenza: vengono distribuiti cibo e aiuti di prima necessità.
E’ quanto spiega al microfono di Emer Mc Carthy, del nostro programma inglese, Liana
Mkheidze della "Caritas Georgia", raggiunta telefonicamente a Tbilisi: