Annunciate in modo chiaro e umile Gesù che accoglie tutti con le braccia aperte: così
il Papa al Congresso Americano Missionario
Il Papa ha inviato un messaggio al terzo Congresso Americano Missionario che si è
aperto ieri a Quito, in Ecuador, sul tema "La Chiesa in discepolato missionario".
Al termine dell'importante incontro, domenica prossima 17 agosto, verrà lanciata la
"Grande Missione Continentale" decisa a conclusione della Conferenza degli episcopati
dell'America Latina e dei Caraibi ad Aparecida. Ecco il testo integrale del messaggio
del Papa:
Il III Congresso Americano Missionario, che si celebra a Quito, è
un’ineguagliabile occasione che lo Spirito Santo offre per approfondire l’importante
esperienza costituita dalla celebrazione della V Conferenza Generale dell’Episcopato
Latinoamericano e dei Caraibi, nonché il programma di evangelizzazione che ne è scaturito,
e rappresenta un ulteriore passo nello slancio dell’ardore missionario in America.
In queste giornate che hanno per motto “America con Cristo: ascolta, apprendi
e annuncia”, il Signore occuperà il centro dei vostri momenti di preghiera e delle
sessioni di studio, riflessione e dialogo. Egli, il vero Maestro, vi illuminerà affinché,
accogliendo nei vostri cuori il suo messaggio di amore e redenzione, andiate e portiate
frutti di santità abbondanti e duraturi (Gv 15,16). Desidero salutare con profondo
affetto e stima Vostra Eminenza, come anche l’Arcivescovo di Quito, Mons. Raúl Eduardo
Vega Chiriboga, quanti con cura hanno preparato questo incontro continentale e i
Signori Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici che vi prendono
parte. “A voi che santificati in Cristo Gesù, siete stati chiamati ad essere popolo
di Dio in unione a tutti coloro che in ogni luogo invocano il nome di Gesù Cristo,
Signore nostro e loro: grazia e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo”
(1 Cor 1,2-3).
Il mio Inviato Speciale, il Cardinale Nicolás de Jesús López
Rodríguez, Arcivescovo di Santo Domingo, vi trasmetterà in queste intense giornate
la mia vicinanza spirituale e la mia gioia sapendovi uniti negli stessi sentimenti
e pensieri tesi al rinnovamento delle comunità ecclesiali d’America mediante la conversione
al Signore Gesù, il cui alimento è stato sempre quello di compiere la volontà di Dio,
suo Padre (cf. Gv 4,32-34; Eb 10,5-10). A questo Congresso, come a un “Cenacolo” continentale,
giunge la forza potente dello Spirito Santo che, con i suoi doni e carismi, continua
a spingere la Chiesa ad annunciare la Buona Novella della salvezza ad ogni persona,
in particolare a coloro che non conoscono il Cristo o forse lo hanno dimenticato,
e a recare tale annuncio fino agli estremi confini della terra.
Il Congresso
sarà anche il contesto dell’inizio solenne di una “Missione continentale”, nella quale
mediante l’armonizzazione di sforzi pastorali ed iniziative di evangelizzazione le
diverse Chiese particolari in America Latina e Caraibi intensificheranno la loro opera,
affinché il Signore sia sempre più conosciuto, amato, seguito e lodato in quelle terre
benedette. Egli ha vinto il peccato e la morte, ci concede quotidianamente il suo
perdono, ci insegna a perdonare e ci chiama a vivere una vita lontana dall’egoismo
che ci rende schiavi e ricolma di quell’amore che ci eleva e ci rende degni. Il momento
attuale è un’occasione provvidenziale affinché con semplicità, purezza di cuore e
fedeltà ci poniamo nuovamente all’ascolto di Cristo, il quale ci ricorda che non
siamo servi, ma suoi amici. Egli ci istruisce a rimanere nel suo amore senza conformarci
ai dettami di questo mondo. Non restiamo sordi alla sua Parola. Impariamo da Lui.
Imitiamo il suo stile di vita. Siamo seminatori della sua Parola. (cf Mc 3,15; Gv
8, 33-36; 15,1-8; 17, 14-17). In questo modo, con tutta la nostra vita, con la gioia
di saperci amati da Gesù, che possiamo chiamare nostro fratello, saremo validi strumenti
affinché Egli possa continuare ad attrarre tutti con la misericordia che germoglia
dalla sua Croce.
Cari fratelli e sorelle, con mansuetudine e fortezza, con
la carità che lo Spirito Santo ha sparso nel nostro intimo, vi incoraggio a condividere
con altri questo tesoro, poiché non vi è ricchezza più grande del godere dell’amicizia
di Cristo e del camminare al suo fianco. Vale la pena dedicare a questo grande compito
le nostre migliori energie, sapendo che la grazia divina ci precede, sostiene e accompagna
nel compimento della missione. Possiate dunque trovare nella preghiera perseverante,
nella meditazione fervente della parola di Dio, nell’obbedienza al Magistero della
Chiesa, nella degna celebrazione dei Sacramenti e nella testimonianza della carità
fraterna la forza necessaria per identificarvi con i sentimenti di Cristo ed essere
così suoi discepoli con coerenza e generosità, proclamando con l’esempio personale
che Cristo è il Figlio di Dio, il Redentore dell’uomo, la solida roccia sulla quale
cementare la nostra esistenza.
Possiate bere dell’acqua vivificante che sgorga
dal costato del Salvatore e saziare con la sua freschezza cristallina tutti coloro
che hanno sete di giustizia, pace e verità; coloro che sono oppressi dalla chiusura
del peccato o sono immersi nell’oscurità della violenza. Possiate sentire la consolazione
di Cristo e offrire il balsamo del suo amore ai tribolati, a quanti sono oppressi
dal dolore o sono stati feriti dalla freddezza dell’indifferentismo o dalla piaga
della corruzione. Queste sfide esigono il superamento dell’individualismo e dell’isolamento
e richiedono un rafforzamento del senso dell’appartenenza ecclesiale e della collaborazione
leale con i Pastori, al fine di formare comunità cristiane oranti, concordi, fraterne
e missionarie.
Il servizio più importante che possiamo offrire ai nostri fratelli
è l’annuncio chiaro e umile di Gesù Cristo, che è venuto in questo mondo affinché
noi avessimo la vita e l’avessimo in abbondanza (cf Gv 10,10). Da noi, pertanto, che
senza alcun merito da parte nostra siamo suoi discepoli, si attende “una testimonianza
davvero credibile di santità e impegno. Se desideriamo e offriamo tale testimonianza
di santità non viviamo meno, ma meglio, poiché quando Dio chiede di più è perché sta
offrendo molto di più” (Documento Conclusivo della V Conferenza Generale dell’Episcopato
Latinoamericano e dei Caraibi, n. 352).
Davanti alle difficoltà di un ambiente
a volte ostile, davanti alla scarsezza di risultati immediati e spettacolari o di
fronte all’insufficienza di mezzi umani, vi invito a non lasciarvi vincere dalla paura
o abbattere dallo scoraggiamento e a non farvi trascinare dall’inerzia. Ricordate
le parole di Gesù, il Buon Pastore: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate
fiducia; io ho vinto il mondo!». (Gv 16,33).
In questa circostanza, ho desiderato
offrire a ognuno dei Presidenti delle Conferenze Episcopali di America Latina e dei
Caraibi un trittico in cui appare il Cristo in gloria nell’atto di accogliere tutti
con le braccia aperte. Egli ci precede nel cammino della vita e ci aiuterà ad aspirare
alla santità, in modo che si risvegli in ogni battezzato il missionario che è dentro
di lui e si vinca la titubanza o la mediocrità che spesso ci assale.
Nella
Santissima Vergine Maria, Nostra Signora di Guadalupe, potremo sempre trovare il modello
della dedizione perfetta al suo divin Figlio. Come fece a Cana di Galilea, Ella continua
ad esortarci a fare ciò che il Signore ci dice (cf Gv 2,5). Al suo fianco, e nella
fiducia che il suo tenero amore non ci abbandona, desideriamo formarci ogni giorno
alla scuola di Gesù e ascoltare nuovamente dalle sue labbra: «Andate ed ammaestrate
tutte le nazioni, battezzandole in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo»
(Mt 28,19). Mentre invoco la Sua materna protezione, impartisco ai partecipanti a
questo Congresso l’implorata Benedizione Apostolica, che volentieri estendo a tutti
i figli e le figlie dell’America.