2008-08-11 12:57:26

Incidenti stradali. Mons Marchetto: cifre spaventose, segno di mancanza di rispetto della vita


Drammatico crescendo di incidenti mortali sulle strade italiane e non solo. Il tempo delle vacanze purtroppo si trasforma per molti in vera e propria tragedia. Un anno fa il Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti presentava gli “Orientamenti per la Pastorale della Strada”, con un decalogo per gli automobilisti. Massimiliano Menichetti ha chiesto all’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del dicastero vaticano, un bilancio sulla ricezione di questo documento:RealAudioMP3

R. – Difficile fare un bilancio del primo anno. I tempi di ricezione dei documenti ecclesiali sono lenti nonostante il nostro entusiasmo a lanciare in orbita questo nuovo settore della Pastorale della mobilità umana nella sua specificità, che il Santo Padre ci ha affidato come Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti. Posso dire che siamo ancora in gestazione di questo tipo di pastorale, anche se non è mancato l’interesse più vivo di qualche Conferenza episcopale, in relazione soprattutto per coloro che guidano. Un bell’esempio ci è venuto dal Brasile dove la Conferenza episcopale con l’appoggio governativo ha fatto stampare e poi distribuire una pubblicazione, 10 milioni di esemplari, dei cosiddetti comandamenti dell’autista. Perciò, risulta che forse sono stati i cosiddetti 10 comandamenti a suscitare di più l’interesse della stampa, anche se qualcuno ci ha scherzato su.

 
D. – La Chiesa, dunque, in prima linea per formare le coscienze e scuotere il senso di responsabilità dei cosiddetti utenti della strada. Questo anche in Italia adesso che è un periodo di vacanza e purtroppo si registrano anche diversi incidenti sulle strade...

 
R. – Che ci sia necessità anche da parte della Chiesa di creare una coscienza meglio formata risulta ancora più evidente in questi giorni di ferie. Le cifre sono spaventose. Si è detto che superano quelle delle morti bianche e giustamente ci si preoccupa molto.

 
D. – Ogni anno nel mondo muoiono un milione e duecentomila persone sulle strade, cinquanta milioni i feriti. Cifre che fanno riflettere...

 
R. – Purtroppo tutto questo è un segno della mancanza di rispetto della vita, che è proprio delle nostre società. Abbiamo bisogno dell’impegno di tutti perché in gran parte gli incidenti sono causati dal fattore umano. Forse la scuola dovrebbe fare di più per aiutare a essere prudenti, per sé e per gli altri. Anche la catechesi, la predicazione. Certo ci sono ancore zone della nostra anima da evangelizzare, una forse è quella dell’etica applicata alla strada.

 
D. – Quali sono le sfide, i progetti per il futuro?

 
R. – Faremo un incontro continentale in ottobre a Bogotà, in Colombia, per l’America Latina, in collaborazione col CELAM, sarà presente anche il Nordamerica, dedicando un giorno ad ognuno dei 4 sub-settori che appaiono negli orientamenti. La prima è dedicata agli automobilisti, ai camionisti e a chi viaggia in ferrovia. La seconda alle donne di strada. La terza ai ragazzi di strada. La quarta ai senza fissa dimora, ai senza tetto.







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