Incidenti stradali. Mons Marchetto: cifre spaventose, segno di mancanza di rispetto
della vita
Drammatico crescendo di incidenti mortali sulle strade italiane e non solo. Il tempo
delle vacanze purtroppo si trasforma per molti in vera e propria tragedia. Un anno
fa il Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti presentava
gli “Orientamenti per la Pastorale della Strada”, con un decalogo per gli automobilisti.
Massimiliano Menichetti ha chiesto all’arcivescovo Agostino Marchetto,
segretario del dicastero vaticano, un bilancio sulla ricezione di questo documento:
R. – Difficile
fare un bilancio del primo anno. I tempi di ricezione dei documenti ecclesiali sono
lenti nonostante il nostro entusiasmo a lanciare in orbita questo nuovo settore della
Pastorale della mobilità umana nella sua specificità, che il Santo Padre ci ha affidato
come Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti. Posso dire
che siamo ancora in gestazione di questo tipo di pastorale, anche se non è mancato
l’interesse più vivo di qualche Conferenza episcopale, in relazione soprattutto per
coloro che guidano. Un bell’esempio ci è venuto dal Brasile dove la Conferenza episcopale
con l’appoggio governativo ha fatto stampare e poi distribuire una pubblicazione,
10 milioni di esemplari, dei cosiddetti comandamenti dell’autista. Perciò, risulta
che forse sono stati i cosiddetti 10 comandamenti a suscitare di più l’interesse della
stampa, anche se qualcuno ci ha scherzato su.
D.
– La Chiesa, dunque, in prima linea per formare le coscienze e scuotere il senso di
responsabilità dei cosiddetti utenti della strada. Questo anche in Italia adesso che
è un periodo di vacanza e purtroppo si registrano anche diversi incidenti sulle strade...
R.
– Che ci sia necessità anche da parte della Chiesa di creare una coscienza meglio
formata risulta ancora più evidente in questi giorni di ferie. Le cifre sono spaventose.
Si è detto che superano quelle delle morti bianche e giustamente ci si preoccupa molto.
D. – Ogni anno nel mondo muoiono un milione e duecentomila
persone sulle strade, cinquanta milioni i feriti. Cifre che fanno riflettere...
R.
– Purtroppo tutto questo è un segno della mancanza di rispetto della vita, che è proprio
delle nostre società. Abbiamo bisogno dell’impegno di tutti perché in gran parte gli
incidenti sono causati dal fattore umano. Forse la scuola dovrebbe fare di più per
aiutare a essere prudenti, per sé e per gli altri. Anche la catechesi, la predicazione.
Certo ci sono ancore zone della nostra anima da evangelizzare, una forse è quella
dell’etica applicata alla strada.
D. – Quali sono
le sfide, i progetti per il futuro?
R. – Faremo un
incontro continentale in ottobre a Bogotà, in Colombia, per l’America Latina, in collaborazione
col CELAM, sarà presente anche il Nordamerica, dedicando un giorno ad ognuno dei 4
sub-settori che appaiono negli orientamenti. La prima è dedicata agli automobilisti,
ai camionisti e a chi viaggia in ferrovia. La seconda alle donne di strada. La terza
ai ragazzi di strada. La quarta ai senza fissa dimora, ai senza tetto.