I vescovi filippini si oppongono al progetto di legge sulla pianificazione familiare
“I nostri legislatori non dovrebbero spendere miliardi di pesos in contraccettivi,
ma investire in progetti concreti come l’educazione, lo sviluppo agricolo e l’assistenza
ai poveri”. È dura la critica di padre Melvin Castro, segretario della Commissione
episcopale filippina per la famiglia e la vita, riguardo al progetto di legge sulla
pianificazione familiare appena approvato da due Commissioni parlamentari (Finanza
pubblica e Sanità). Secondo l’opposizione, che sta osteggiando il provvedimento noto
come Reproductive Health Bill (RH), si tratta in sostanza di un via libera all’aborto,
ad oggi ancora vietato per legge nelle Filippine. “La normativa – sostiene il deputato
Eduardo Zialcita – pianifica e favorisce la diffusione di contraccettivi (dal preservativo
alla pillola e la spirale intrauterina) per il controllo delle nascite e una visione
distorta dell’educazione sessuale”. Elementi, spiega, che sembrano incentivare pratiche
volte alla “promiscuità” e al “sesso libero” tra i giovani, illusi che l’uso del preservativo
li metta al riparo dai rischi. Il progetto di legge - informa AsiaNews - deve ancora
essere approvato in sede congressuale dove si preannuncia una dura battaglia parlamentare.
(S.G.)