2008-08-09 08:03:06

Memoria di Santa Teresa Benedetta della Croce, Patrona d'Europa


“Illustre figlia di Israele e, allo stesso tempo, figlia del Carmelo”: così Giovanni Paolo II definì Santa Teresa Benedetta della Croce, di cui oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica. Patrona d’Europa insieme a Santa Brigida e Santa Caterina da Siena, Edith Stein era ebrea di nascita, ma dopo un lungo cammino di ricerca scelse di convertirsi al cristianesimo. Diceva: “Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia o no”. Il servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3

(voce di Giovanni Paolo II)
“Suor Teresa Benedetta della Croce dice a noi tutti: Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L'uno senza l'altra diventa una menzogna distruttiva”.

 
Era l’11 ottobre 1998 quando Giovanni Paolo II proclamava Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein. Erano trascorsi 56 anni dalla sua morte, avvenuta il 9 agosto del 1942 in una camera a gas di Auschwitz. Suor Teresa era giunta nel campo di concentramento due giorni prima, vittima della persecuzione nazista. Nata a Breslavia nel 1891, ultima di 11 figli, Edith proveniva da una famiglia di religione ebraica. Appassionata di filosofia, era stata assistente di Edmund Husserl e si era laureata con lui. Poi, nell’estate del 1921, la svolta: Edith legge l’autobiografia di Santa Teresa d’Avila e decide di convertirsi al cristianesimo. Il 1° gennaio del 1922 riceve il Battesimo e 11 anni dopo entra nel Monastero delle Carmelitane di Colonia. Nel 1934, avviene la cerimonia della vestizione: da quel momento, Edith Stein porterà il nome di Suor Teresa Benedetta della Croce, quella Croce che lei definiva “unica speranza”. Ma oggi cosa resta del suo sacrificio? Ci risponde Suor Carla Bettinelli, presidente dell’AIES – Associazione Italiana Edith Stein:
 
“Tutta la sua vita, dalla conversione in poi, è stata proprio un atto di offerta al suo Signore. Del suo sacrificio rimane un dialogo migliorato fra cristiani ed ebrei. C’è poi un altro aspetto, l’aspetto della donna Edith Stein che ha influito molto sulle generazioni che sono venute dopo di lei, perché la dignità della donna è maggiormente acquisita e in alcuni ambienti vissuta molto meglio. Mi viene in mente l’udienza che mi ha concesso Giovanni Paolo II, il 24 giugno del 1997. Ero andata da lui per chiedergli la canonizzazione di Edith Stein ed abbiamo parlato della “Mulieris dignitatem” e il Papa mi ha confessato che mentre scriveva, aveva presenti gli scritti sulla donna di Edith Stein”.

 
Studiosa instancabile, Edith Stein scrisse diversi saggi e tradusse il “De veritate” di San Tommaso d’Aquino, facendo della ricerca della verità il punto fermo della sua vita. Ancora Suor Carla Bettinelli:

 
“Edith Stein è sempre stata innamorata della verità: l’ha ricercata con tanta tanta fatica, con tanto impegno e a tal punto di dire che era assetata di verità. La sua non era semplicemente una ricerca, ma quasi un bisogno di verità ed era consapevole che ciascun essere umano nella propria vita cerca la verità. Può sbagliare nella ricerca, può confondersi, ma prima o poi la verità appare alla persona umana. La verità, in quanto persona, si mostra da sé. Ma Edith Stein diceva: si mostrerà alla persona che la cerca, che è assetata di verità. E’ tipica la sua frase: “La mia sete di verità era una continua preghiera”.

 
(musica)







All the contents on this site are copyrighted ©.