Il conflitto in Ossezia si ripercuote sulle Olimpiadi, la Georgia intende ritirare
la squadra
Il conflitto in Ossezia del sud non può non ripercuotersi sulle Olimpiadi, colpendo
nel vivo il valore della “pax olimpica”, tregua che dovrebbe essere osservata durante
le gare. I 35 atleti georgiani in gara a Pechino potrebbero ritirarsi dai Giochi.
Lo ha reso noto oggi un portavoce del Comitato Olimpico di Tbilisi. "La decisione
– ha detto - spetterà al presidente Saakashvili”. Come si sta vivendo, dunque, nel
villaggio olimpico la crisi russo-georgiana? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Francesco
Sisci, corrispondente in Cina per il quotidiano “La Stampa”:
R. –
C’è grande dispiacere, un profondo dispiacere, perché questa guerra getta naturalmente
un’ombra sulle Olimpiadi cinesi. Per la Cina questa è in qualche modo un’offesa, anche
perché ruba la scena alle Olimpiadi. C’è poi anche nervosismo perché la Russia ha
imposto la sua pace in Cecenia, mentre oggi sostiene l’indipendenza dell’Ossezia del
sud dalla Georgia. D. – Intanto è ancora forte l’emozione
per la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. Che cosa ha voluto dire la Cina
al mondo con questo spettacolo fantasmagorico? R.
– Pace, armonia, non vogliamo la guerra, non siamo una minaccia per gli altri Paesi.
E io non credo che la Cina voglia ergersi a leader globale. E’ stato interessante
sia quello che ha scritto il Quotidiano del Popolo, sia quello che sostengono alcuni
commentatori locali: il mondo ci ha dato una grande opportunità nell’ospitare le Olimpiadi
e noi dobbiamo restituire al mondo una grande meraviglia. Non è importante vincere,
ma imparare l’uno dall’altro. Questa è la vera eredità che lasciano le Olimpiadi.
Il
presidente americano Bush si è detto ''profondamente preoccupato'' per la questione
della libertà e i diritti umani in Cina. In un intervento radiofonico, il leader statunitense
ha detto che la sua visita a Pechino, in occasione dei Giochi Olimpici, ha rafforzato
la convinzione che il Paese debba aprirsi ad una maggiore libertà religiosa.