Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
Il Vangelo della 19.ma Domenica del Tempo Ordinario ci presenta Gesù che cammina sulle
acque verso la barca dei discepoli. Questi sono sconvolti perché credono di vedere
un fantasma. Ma il Signore li rassicura: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro, allora, chiede di seguirlo, ma impauritosi per il vento forte comincia ad
affondare e grida: «Signore, salvami!». Gesù tende la mano, lo afferra e gli dice:
«Uomo
di poca fede, perché hai dubitato?». Su questo brano del Vangelo,
ascoltiamo il commento di don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università
Lateranense:
(musica) «Subito
Gesù stese la mano, lo afferrò». L'uomo non è in grado di portare il proprio peso.
E' troppo pesante per se stesso. Non solo, ma nell'acqua in tempesta, neppure un altro
uomo è in grado di afferrare e salvare un uomo che affonda. Nell'acqua, nell'elemento
mobile e instabile, manca il punto d'appoggio. E' Dio
che afferra prontamente l'uomo che grida a Lui e lo tira fuori di peso. E' Dio che
tira fuori l'uomo dall'inconsistenza e dalla violenza delle prove in cui egli, lasciato
a se stesso, con le sue sole forze, regolarmente affonda. Per
questo il Padre ha inviato Suo Figlio, per riafferrare l'uomo, caricandosi del suo
peso e portarlo di peso fuori dall'infuriare dei flutti di morte. In Cristo Dio cerca
l'uomo, lo solleva di peso e porta tutto il suo peso sulle Sue spalle. Solo
in Cristo l'uomo può non affondare, solo tenendo lo sguardo fisso su Cristo il credente
può «camminare sulle acque», e normalmente è chiamato a fare ciò. Ma, appena si distrae,
appena, come Pietro, volge lo sguardo (blepon) allo scatenarsi degli elementi, distogliendolo
da Cristo, ineluttabilmente inizia ad affondare. (musica)