Bush a Mosca: fermi i bombardamenti e rispetti i confini
Il presidente degli Stati Uniti, George Bush, che si trova ancora a Pechino, dove
ieri ha assistito alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi, ha tenuto una conferenza
stampa sul conflitto russo-georgiano in Ossezia del sud, nel corso della quale ha
chiesto la fine immediata delle ostilità. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Russia e
Georgia mettano subito da parte le armi. Così il capo della Casa Bianca, che si rivolge
soprattutto a Mosca, chiedendo l’interruzione dei bombardamenti. Inoltre, il presidente
americano chiede con forza che l'integrità territoriale della Georgia venga
rispettata. Il conflitto in Ossezia del sud, dunque, si ripercuote sulle Olimpiadi,
colpendo nel vivo il valore della “pax olimpica”, quella tregua che, sin dai tempi
dell’antica Grecia, dovrebbe essere osservata durante le gare. Il Comitato Olimpico
Internazionale (CIO), infatti ha definito il conflitto esploso tra Russia
e Georgia, nel giorno dell'apertura delle Olimpiadi, un episodio “contrario allo spirito
olimpico – afferma un portavoce del CIO. “La tregua olimpica – si dice ancora – è
un ideale alla base dei valori sportivi, spetta poi alle Nazioni Unite fare qualcosa
di concreto. Da parte sua il movimento agonistico internazionale – si sottolinea
– fa già il massimo per promuovere la pace con programmi nel mondo intero”. Preoccupatissimi,
per quanto sta succedendo in patria, i 35 atleti della squadra georgiana, alcuni dei
quali osseti, che non riescono neanche a raggiungere telefonicamente le proprie famiglie.
Come si sta vivendo, dunque, nel villaggio olimpico la crisi russo-georgiana? Lo abbiamo
chiesto a Francesco Sisci, corrispondente in Cina per il quotidiano
“La Stampa”:
R. – C’è grande dispiacere, un profondo
dispiacere, perché questa guerra getta naturalmente un’ombra sulle Olimpiadi cinesi.
Per la Cina questa è in qualche modo un’offesa, anche perché ruba la scena alle Olimpiadi.
C’è poi anche nervosismo perché la Russia ha imposto la sua pace in Cecenia, mentre
oggi sostiene l’indipendenza dell’Ossezia del sud dalla Georgia.
D.
– Intanto è ancora forte l’emozione per la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici.
Che cosa ha voluto dire la Cina al mondo con questo spettacolo fantasmagorico?
R.
– Pace, armonia, non vogliamo la guerra, non siamo una minaccia per gli altri Paesi.
E io non credo che la Cina voglia ergersi a leader globale. E’ stato interessante
sia quello che ha scritto il Quotidiano del Popolo, sia quello che sostengono alcuni
commentatori locali: il mondo ci ha dato una grande opportunità nell’ospitare le Olimpiadi
e noi dobbiamo restituire al mondo una grande meraviglia. Non è importante vincere,
ma imparare l’uno dall’altro. Questa è la vera eredità che lasciano le Olimpiadi.