Trent’anni fa la morte di Papa Montini. Benedetto XVI: guidò la Chiesa in anni difficili
senza farsi condizionare dalle critiche, tenendo lo sguardo fisso su Cristo
Trent’anni fa moriva Paolo VI: era la sera del 6 agosto 1978, Festa della Trasfigurazione.
Un “grande Papa” lo ha definito domenica scorsa all’Angelus Benedetto XVI che più
volte, durante il suo pontificato, ha parlato dell’importanza per la Chiesa del magistero
e dell’azione pastorale di Papa Montini. Ascoltiamo in proposito il servizio di Sergio
Centofanti:
Un “indimenticabile
Pontefice”: così Benedetto XVI definisce Papa Montini, al quale, tra l’altro, resta
legato per il fatto che fu lui a nominarlo arcivescovo di Monaco di Baviera e cardinale.
Paolo VI – rileva il Pontefice - “fu chiamato dalla Provvidenza divina a guidare la
barca di Pietro in un periodo storico segnato da non poche sfide e problematiche”
distinguendosi per la sua saggezza e prudenza. Di Papa Montini ricorda “l'ardore
missionario … che lo spinse ad intraprendere impegnativi viaggi apostolici anche verso
nazioni lontane, a compiere gesti profetici di alta valenza ecclesiale, missionaria
ed ecumenica”. Fu infatti il primo Papa a recarsi in Terra Santa, indicando “alla
Chiesa che la via della sua missione è di ricalcare le orme di Cristo”:
“In
effetti, il segreto dell'azione pastorale che Paolo VI svolse con instancabile dedizione,
adottando talora decisioni difficili e impopolari, sta proprio nel suo amore per Cristo:
amore che vibra con espressioni toccanti in tutti i suoi insegnamenti. Il suo animo
di Pastore era tutto preso da una tensione missionaria alimentata da sincero desiderio
di dialogo con l’umanità. Il suo invito profetico, più volte riproposto, a rinnovare
il mondo travagliato da inquietudini e violenze mediante 'la civiltà dell’amore',
nasceva da un totale suo affidamento a Gesù, Redentore dell’uomo”. (Discorso di Benedetto
XVI ai membri dell'Istituto Paolo VI, 3 marzo 2007) Benedetto
XVI ricorda il ruolo decisivo di Paolo VI nel Concilio Vaticano II:
“Se
infatti fu Giovanni XXIII a indirlo e a iniziarlo, toccò a lui, suo successore, portarlo
a compimento con mano esperta, delicata e ferma. Non meno arduo fu per Papa Montini
reggere la Chiesa nel periodo post-conciliare. Non si lasciò condizionare da incomprensioni
e critiche, anche se dovette sopportare sofferenze e attacchi talora violenti, ma
restò in ogni circostanza fermo e prudente timoniere della barca di Pietro”. (Discorso
di Benedetto XVI ai membri dell'Istituto Paolo VI, 3 marzo 2007) Papa
Montini – ricorda Benedetto XVI – difese infatti la giusta interpretazione di quell’evento,
la cosiddetta “ermeneutica della riforma” dell’unico soggetto Chiesa che si rinnova
nella continuità, contro “l’ermeneutica della discontinuità” che finiva per creare
“una rottura tra Chiesa preconciliare e Chiesa postconciliare”. "Con il passare degli
anni - afferma Benedetto XVI - appare sempre più evidente l'importanza per la Chiesa
e per il mondo" del pontificato di Paolo VI.