Lungo colloquio stamani a Bressanone tra Benedetto VXI e il cardinale Bertone.
Padre Lombardi: domani il Papa si recherà in Val Badia per rendere omaggio a San Giuseppe
Freinademetz, missionario in Cina
All’insegna della gioia, dei ricordi, della preghiera e della bellezza del Creato:
si è svolta così la prima domenica di Benedetto XVI a Bressanone. Stamani, intanto,
è giunto nella località altoatesina, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone,
che riprendendo le parole del Papa all’Angelus ha auspicato la buona riuscita delle
Olimpiadi di Pechino, evidenziando positivamente le aperture da parte delle autorità
cinesi. La presenza del cardinale Bertone sottolinea che il periodo di riposo del
Papa non è certo sinonimo di assenza di lavoro. La riflessione del direttore della
Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, raggiunto telefonicamente a
Bressanone da Alessandro Gisotti:
R. – I problemi
della Chiesa naturalmente vanno avanti, non si fermano nel tempo estivo. Quindi, un
incontro di aggiornamento sulle questioni più urgenti con il cardinale segretario
di Stato era importante, perché erano praticamente un paio di settimane che non si
aveva un incontro ampio tra il Papa e il segretario di Stato. Quello di stamattina
è stato un incontro lungo: sono stati insieme quasi due ore. Non so se nel pomeriggio
ci sarà ancora qualche ulteriore integrazione, ma penso che l’essenziale lo abbiano
potuto già trattare questa mattina.
D. – Ieri pomeriggio
il Papa, un po’ a sorpresa, ha fatto la sua prima passeggiata. Si è recato peraltro
in un luogo di preghiera. Anche questo forse denota che il Papa è felice per aver
trovato a Bressanone una dimensione che gli è familiare...
R.
– Sì, certamente. Direi che mentre la prima settimana è stata dedicata molto al raccoglimento,
la seconda può essere una settimana di ripresa di un certo numero di impegni. Questa
uscita non era stata programmata in anticipo, a dire il vero, ed è per questo che
è stata una cosa a sorpresa! Il Papa è libero di decidere all’ultimo momento se desidera
approfittare nel pomeriggio per fare una breve passeggiata. E’ andato in questa Chiesa
di Sant’Andrea. Davanti vi è un piccolo monumento dedicato ad un compositore musicale
che il Papa conosce bene. Invece, domani, martedì, c’è in programma uno spostamento
più impegnativo, perché il Papa ha intenzione di recarsi ad Oies in Val Badia, nel
luogo natale del Santo Josef Freinademetz, grande missionario della
Cina, verbita, che è stato canonizzato pochi anni fa. Una figura molto importante
per tutto l’Alto Adige: è il loro Santo. Il fatto che il Papa desideri andare a rendere
omaggio a questa grande figura di missionario, e di missionario della Cina – tema
di grande attualità, molto presente nella preghiera del Papa – è qualcosa a cui è
bello si possano unire anche tante persone.
D. –
Mercoledì l’incontro del Papa con i sacerdoti della diocesi, momento che, come è già
avvenuto negli anni passati a Les Combes e a Lorenzago, offrirà spunti di riflessione
che vanno ben al di là della realtà locale...
R.
– Io ho sempre trovato questi incontri del Papa con il clero estremamente ricchi di
considerazioni e di considerazioni profonde. Il Papa desidera essere in un ambiente
tranquillo, anche un po’ riservato con i suoi sacerdoti, ma non perché dica delle
cose che poi non debbano essere note, ma perché ci sia questo clima di familiarità
del pastore con i suoi collaboratori nel ministero presbiterale. I temi affrontati,
però, come già avvenuto anche negli anni passati, in incontri analoghi, sono di larghissimo
orizzonte e riguardano i problemi della pastorale. I sacerdoti sono liberi di porre
le questioni che sentono più vive e spesso pongono delle questioni anche sostanziali
nella vita della Chiesa di oggi. Siccome avviene in questa regione, parte delle domande
e parte delle risposte saranno in italiano, ma probabilmente la maggior parte saranno
in tedesco. Questo fatto gli darà anche modo probabilmente di esprimersi con particolare
facilità, densità e profondità.
Se dunque cresce l’attesa
per l’incontro con i sacerdoti di mercoledì, i fedeli di Bressanone hanno vissuto,
ieri, una giornata indimenticabile. A loro il Papa ha consegnato due messaggi in particolare,
su cui ci riferisce Alessandro Gisotti: La
gioia nella preghiera e l’importanza del donarsi al prossimo sono state sottolineate
da Benedetto XVI nei due avvenimenti pubblici che hanno caratterizzato la prima domenica
a Bressanone: l’Angelus e la visita nella chiesa parrocchiale attigua al Duomo, dove
il Papa ha potuto salutare numerosi disabili. Il Pontefice si è detto particolarmente
lieto di poter visitare nuovamente questa piccola chiesa, per l’occasione gremita
di fedeli. Qui, ha confidato, “ho molto pregato in vacanze passate”. Quindi, si è
soffermato sul valore della preghiera:
“Nella
preghiera siamo tutti uniti. Il Signore ci accompagna e prego per voi: pregate anche
per me, perché possiamo in tutti i problemi della vita anche sempre sentire la bontà
del Signore e così andare avanti nei giorni difficili e nei giorni belli”. Poco
prima, all’Angelus, in cui ha ricordato la figura di Paolo VI e l’imminente apertura
delle Olimpiadi di Pechino, il Papa aveva rivolto un vero e proprio inno di ringraziamento
al Signore per le bellezze del Creato:
“Die Sonne
und ihr Licht, die Luft die wir atmen…” “Il sole e la luce, l’aria che
respiriamo, l’acqua, la bellezza della terra, l’amore, l’amicizia e la vita stessa”.
Tutti questi beni, ha rilevato il Papa, “non possiamo comprarli, ma ci sono donati”.
Sono beni, ha aggiunto, che “nessuna dittatura, nessuna forza distruttrice ci può
rubare”. Essere amati da Dio “che in Cristo conosce e ama ciascuno di noi”, ha detto
ancora, “nessuno che lo può portare via e finché abbiamo questo, non siamo poveri,
ma ricchi”.
“Wenn wir so von Gott beschenkt sind…” “Se
da Dio riceviamo doni così grandi – è stato il suo invito – a nostra volta dobbiamo
donare, in ambito spirituale, dando bontà, amicizia e amore, ma anche in ambito materiale”.
Il Vangelo, infatti, “parla della divisione del pane”. Dobbiamo dare a tutti coloro
che hanno bisogno anche dei doni materiali, ha ribadito Benedetto XVI, cercando così
di “rendere la terra più umana, cioè più vicina a Dio”. “Dobbiamo essere persone che
donano – ha concluso – perché siamo persone che ricevono”.