2008-08-04 15:16:20

Anche uno spazio multireligioso nel Villaggio olimpico di Pechino. Sei i sacerdoti cattolici presenti


"Una grande esperienza" dalla quale "tutti usciranno migliori, a prescindere dai risultati" e quello del doping è "un problema culturale, un problema che deve essere affrontato alla radice occupandosi di educazione e di formazione dei giovani atleti". Questo, in sintesi, il messaggio rivolto ieri da don Mario Lusek cappellano della squadra italiana, nel Villaggio Olimpico di Pechino, durante la prima Messa per gli atleti. "Il Villaggio - ha poi detto il sacerdote ai giornalisti presenti - è un luogo simbolo dello sport, un grande palcoscenico al quale tutto il mondo guarda con attenzione. Da qui partiranno una serie di messaggi, provenienti da tutte le diverse religioni e culture del mondo; speriamo che si tratti dei messaggi giusti. Tutti dobbiamo essere noi stessi e dialogare con gli altri". Don Lusek ha poi sottolineato l'importanza dell’esistenza all'interno del Villaggio dello "spazio multireligioso", che offre assistenza spirituale ai fedeli di tutti i culti. Cinque in particolare le religioni che si avvicenderanno nello stesso edificio prefabbricato del Villaggio per svolgere le proprie funzioni: cristiani, musulmani, ebrei, buddhisti e induisti, come i cinque cerchi simbolo dell’evento sportivo, un esempio di come nello spirito olimpico la fede deve essere motivo di unione. Sei i sacerdoti cattolici a disposizione degli atleti e dei loro staff. (S.G.)







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