Benedetto XVI all'Angelus ricorda Paolo VI, di cui tra tre giorni ricorre il 30° anniversario
della morte. Il commento di padre Lombardi
La bellezza delle montagne e la festosa accoglienza di fedeli e turisti hanno fatto
da cornice al primo Angelus di Benedetto XVI a Bressanone: “il sole e la sua luce,
l’aria che respiriamo, l’acqua, la bellezza della terra, l’amore, l’amicizia, la vita
stessa - ha detto il Papa - sono beni centrali”. “Non possiamo comprarli, ma ci sono
donati; ci sono cose – ha aggiunto - che nessuno ci può portare via, che nessuna dittatura,
nessuna forza distruttrice ci può rubare”. Il Santo Padre ha anche augurato agli atleti
che parteciperanno alle prossime Olimpiadi di Pechino di dare il meglio nel genuino
spirito olimpico. All’Angelus Benedetto XVI ha ricordato Papa Paolo VI, di cui tra
tre giorni ricorrerà il 30.mo anniversario della morte. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
(Musica) Il
pensiero di Benedetto XVI è andato alla sera del 6 agosto 1978, festa della Trasfigurazione
di Gesù, quando Papa Paolo VI è tornato alla casa del Padre. “Quale supremo Pastore
della Chiesa, Paolo VI – ha detto il Papa - guidò il popolo di Dio alla contemplazione
del volto di Cristo, Redentore dell’uomo e Signore della storia”: “E
proprio l’amorevole orientamento della mente e del cuore verso Cristo fu uno dei cardini
del Concilio Vaticano II, un atteggiamento fondamentale che il venerato mio predecessore
Giovanni Paolo II ereditò e rilanciò nel grande Giubileo del 2000. Al centro di tutto,
sempre e solo Cristo: al centro delle Sacre Scritture e della Tradizione, nel cuore
della Chiesa, del mondo e dell’intero universo”. La Divina Provvidenza
- ha aggiunto Benedetto XVI - chiamò Giovanni Battista Montini dalla Cattedra di Milano
a quella di Roma nel momento più delicato del Concilio quando l’intuizione del beato
Giovanni XXIII rischiava di non prendere forma. “Come non
ringraziare il Signore per la sua feconda e coraggiosa azione pastorale? Man mano
che il nostro sguardo sul passato si fa più largo e consapevole, appare sempre più
grande, quasi sovrumano, il merito di Paolo VI nel presiedere l’Assise conciliare,
nel condurla felicemente a termine e nel governare la movimentata fase del post-Concilio”. Potremmo
veramente dire - ha affermato Benedetto XVI - che la grazia di Dio in Paolo VI “non
è stata vana”: “ha valorizzato le sue spiccate doti di intelligenza e il suo amore
appassionato alla Chiesa e all’uomo”. "Mentre rendiamo grazie
a Dio per il dono di questo grande Papa, ci impegniamo a far tesoro dei suoi insegnamenti". Dopo
l’Angelus il Papa ha rivolto il proprio saluto agli organizzatori e agli atleti delle
Olimpiadi che si apriranno a Pechino venerdì prossimo. L’augurio del Papa è che ciascuno
“possa dare il meglio di sé, nel genuino spirito olimpico”. "Seguo
con profonda simpatia questo grande incontro sportivo - il più importante ed atteso
a livello mondiale - ed auspico vivamente che esso offra alla comunità internazionale
un valido esempio di convivenza tra persone delle più diverse provenienze, nel rispetto
della comune dignità. Possa ancora una volta lo sport essere pegno di fraternità e
di pace tra i popoli!". Il Papa, rivolgendosi ai fedeli, ha anche espresso
un cordiale saluto alla gente di lingua ladina: I recordi
con ligrëdza… “Ricordo con piacere che l’albero di Natale per la
Piazza San Pietro è venuto dalla Val Badia. Che Dio benedica le vostre vallate. Mantenete
– secondo l’esempio di San Giuseppe da Oies – la fede in Dio e l’amore per la Chiesa”. Prima
della preghiera mariana del Papa, il vescovo di Bolzano – Bressanone, mons. Wilhelm
Egger, ha presieduto la Santa Messa. Durante l’omelia, il presule ha sottolineato
che “Gesù ci dona anche cibo per l’anima”. “Noi uomini – ha aggiunto - abbiamo una
profonda esigenza di comprendere il significato della vita e abbiamo anche il desiderio
profondo che Dio ci stia accanto”. “Gesù – ha spiegato il vescovo - sazia questa fame,
annunciando che Dio ci è accanto come Padre e che noi siamo reciprocamente fratelli
e sorelle”. In quale atmosfera è stato accolto il Papa e quali
emozioni hanno suscitato le parole del Santo Padre? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto
a padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, raggiunto
telefonicamente a Bressanone:
R. – L’atmosfera
è molto festosa. Appena il Papa è stato visto dalla folla, all’uscita dal Duomo, c’è
stato subito un grandissimo applauso. Il Papa è veramente partecipe di questa atmosfera
festosa: si vede che è molto contento di essere qui. Si nota proprio la sua familiarità
con questo luogo che conosce molto bene. Si vede che a questo luogo è molto affezionato;
qui lo accompagnano tanti ricordi, anche delle permanenze precedenti, insieme con
suo fratello e anche con sua sorella. Si capisce, quindi, vedendo il Papa qui, il
motivo della sua scelta di venire quest’anno a trascorrere le sue vacanze a Bressanone. D.
– Il Santo Padre all’Angelus ha ricordato la figura di Papa Paolo VI ... R.
– Come sappiamo, Papa Benedetto ha vissuto egli stesso il Concilio in prima persona
come teologo perito conciliare. Anche i dibattiti del Concilio e poi del post-Concilio
sono stati estremamente importanti nella sua vita: li ha vissuti con grande intensità,
direi anche con drammaticità, in certi momenti. Ha cambiato anche sede del suo insegnamento,
in certi tempi, proprio perché viveva con grande intensità i problemi e le tensioni
del periodo post-conciliare. Allora, quando Papa Benedetto parla del Concilio ne parla
sempre come di un evento provvidenziale e fondamentale nella storia della Chiesa.
Ne parla anche come di un capitolo ricco di eventi estremamente cruciali. Ed è del
tutto consapevole che Paolo VI è colui che, dopo la spinta iniziale data da Giovanni
XXIII, ha condotto a termine questa impresa colossale del Concilio Vaticano, portandone
anche nella sua persona profondamente tutte le tensioni e tutte le questioni dibattute. D.
– E non è mancato poi il riferimento alle Olimpiadi, che si apriranno venerdì prossimo,
e un augurio agli atleti che parteciperanno ai Giochi olimpici di Pechino ... R.
– Nel clima delle montagne, forse non si immaginava, non si aspettava il riferimento
alle Olimpiadi; ma sono un avvenimento importante che prende le mosse proprio in questa
settimana. Il Papa lo sa bene, perché il suo sguardo rimane sempre aperto al mondo
intero, e ha voluto dare il suo augurio, effettivamente, perché questo evento così
importante, al quale guarderanno tanti da tutte le parti del mondo - anche con atteggiamenti
diversi - possa essere un incoraggiamento ad un cammino di pace. Possa essere uno
stimolo alla comprensione tra i popoli; questo deve essere effettivamente l’evento
olimpico.