2008-08-02 14:17:35

Verso la conclusione della Conferenza di Lambeth


Con le conclusioni dell’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams termina domani la Conferenza di Lambeth, l’incontro decennale di tutti i vescovi anglicani del mondo. Quest’anno l’importante appuntamento ha visto la Comunione anglicana discutere su due questioni cruciali: l’ordinazione episcopale di donne e omosessuali. Per un bilancio della Conferenza Sergio Centofanti ha sentito l’inviato di Avvenire Andrea Galli:RealAudioMP3

R. – Rowan Williams, da un certo punto di vista, esce “vincitore” da questa Conferenza di Lambeth perché non ha avuto contestazioni frontali; anzi, alla fine direi che ha guadagnato un consenso molto diffuso tra i vescovi presenti qui, a Canterbury. C’è anche da dire che è stato aiutato in questo dal fatto che quasi 300 vescovi che contestano la linea attuale della Comunione anglicana non sono venuti, e quindi si sapeva fin dall’inizio che i vescovi che erano qui presenti erano vicini alla linea di Williams. Una Conferenza, quindi, che si è svolta in un clima abbastanza sereno. Però, c’è anche il rovescio della medaglia, nel senso che i nodi e i conflitti che c’erano prima di questa Conferenza restano tutti intatti; semplicemente, non si è voluto affrontarli di petto, si è preferita una tattica “dilatoria”. Intanto, qui a Lambeth viene lanciato domani ufficialmente il progetto di un “covenant”, cioè di un grande patto che in sostanza sarà un manifesto di principi fondanti dell’anglicanesimo, per riconsolidare l’unione della Comunione anglicana.

 
D. – Dunque, si può dire che è salva l’unità della Comunione anglicana?

 
R. – Per il momento, sì. Però, non si può dire che sia un punto definitivo, anzi, proprio ieri il Primate anglicano dell’Uganda, che è tra i portavoce principali delle province del Sud del mondo che hanno in questo momento un atteggiamento molto critico nei confronti proprio di Rowan Williams, ha scritto una lettera al “Times” con una critica molto molto dura e frontale all’arcivescovo di Canterbury, accusandolo di avere tradito lo spirito della Comunione anglicana. E’ stato un segnale molto forte, tra l’altro arrivato proprio alla fine dei lavori. Inoltre, aggiungerei questo: che comunque dal punto di vista del rapporto e del dialogo ecumenico ci sono stati alcuni passi indietro; uno è appunto il rapporto con la Chiesa cattolica che, ovviamente, esce mutato dalla Conferenza di Lambeth: l’intervento del cardinale Kasper è stato molto chiaro, pur nei toni sempre molto amichevoli, direi fraterni. Nel senso che, il dialogo tra la Chiesa cattolica e il mondo anglicano continuerà, ovviamente, ma sarà diverso da prima. Quindi, non ci sarà più la prospettiva concreta di una unione tra il mondo anglicano e la Chiesa cattolica, ma il dialogo diventerà più simile a quello che oggi la Chiesa cattolica attua – per esempio – con il mondo luterano, le realtà della Riforma; e anche con il Patriarcato di Mosca i rapporti sono diventati abbastanza freddi: proprio ieri il Patriarcato ha reso noto un commento sulla decisione della Chiesa d’Inghilterra di ordinare donne al ministero episcopale e un comunicato, anche qui dai toni molto netti, faceva presente che questo avrebbe bloccato il dialogo tra Mosca e Canterbury. Quindi, dal punto di vista ecumenico si riscontrano dei passi indietro non piccoli.







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