La solidarietà di cristiani e musulmani alle vittime degli attentati di Kirkuk
L’arcivescovo di Kirkuk mons. Louis Sako – insieme con un gruppo di leader religiosi
musulmani sunniti e sciiti e ai capi di tribù arabe, curde e turkmene – si è recato
nell’ospedale della città per far visita ai feriti dell’attentato dello scorso 28
luglio. La visita è stata un gesto significativo voluto dalla leadership politico-religiosa
della città, che senza distinzione di credo o etnia, ha voluto testimoniare “solidarietà
alle vittime delle stragi” e ribadire la propria “condanna contro ogni forma di violenza”.
Il 28 luglio scorso un attentatore suicida si è fatto esplodere in mezzo a un gruppo
di dimostranti che manifestava contro la nuova legge elettorale approvata dal Parlamento.
La folla era radunata nei pressi del palazzo del Governo locale, vicino alla cattedrale
del Sacro Cuore: l'attentato ha causato almeno 28 morti e decine di feriti. Conclusa
la visita in ospedale, la delegazione ha incontrato i vertici dei due più importanti
partiti curdi (il PUK e il PDK). “Chiedo a tutti i leader politici – ha dichiarato
mons. Louis Sako durante l’incontro – di pensare al bene comune della popolazione
e di combattere la logica aberrante della violenza”. Il presule – rende noto l’agenzia
Asianews - ha inoltre auspicato che tutti i gli schieramenti “siedano attorno ad un
tavolo per discutere e dialogare”, mettendo da parte minacce ed estremismi perché
“con la violenza non si ottiene nulla”. Dal “perdono” reciproco – ha concluso - sarà
possibile ricostruire una unità e una convivenza pacifica per tutti. (A.L.)