L'attività in Nigeria di "Prisonniers Sans Frontières", organizzazione cattolica per
il recupero dei detenuti
Nella casa di detenzione e correzione di Maradi, in Nigeria, padre Dondeynaz, sacerdote
redentorista, è stato per anni il pioniere della pastorale per i detenuti, in particolare
per quelli cristiani (soprattutto nigeriani e camerunesi). All'inizio il suo intervento
si limitava alla visita e all'istruzione religiosa, ma presto una équipe di 16 volontari
dell'organizzazione cristiana Prisonniers Sans Frontières ha affiancato la sua opera.
Il gruppo ha organizzato un Centro di ascolto e dato vita ad una serie di incontri
e discussioni (su temi come “La responsabilità”, “L'amore per il lavoro”...), cercando
di dissipare timori e inquietudini. L'alfabetizzazione oggi è una delle attività principali
dell'équipe e registra molta attenzione da parte dei detenuti, che spesso non hanno
frequentato le scuole. Un'indagine statistica del febbraio 2007 - riferisce l'Agenzia
Fides - ha mostrato un dato allarmante: dei 375 carcerati l'80% sono recidivi, per
la sola ragione che in carcere essi trovano alloggio e cibo. Davanti a questa situazione
preoccupante l'organizzazione ha aperto dei laboratori di cucito e maglia e di lavorazione
del vimini, per permettere alle donne di apprendere un mestiere una volta tornate
in libertà. A tale scopo le donne usufruiscono di una serie di benefici e permessi
di uscita per frequentare i corsi professionali. Per quanto riguarda gli uomini, una
delle iniziative di Prisonniers Sans Frontières è la cura di 2 ettari di terreno,
coltivato per l'80%, i cui frutti vengono usati per integrare l'alimentazione fornita
dalla casa circondariale, mentre il resto viene venduto. Attraverso quest'opera i
carcerati imparano il valore del lavoro e possono sperare in un futuro più dignitoso.
(R.P.)