Il messaggio del Papa a quanti hanno partecipato al Rosario nei Giardini Vaticani:
servite Cristo nei fratelli
Servite Gesù nei fratelli impegnandovi generosamente: è l’invito che Benedetto XVI
ha rivolto - in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone
- a quanti hanno partecipato ieri sera, nei Giardini Vaticani, alla preghiera del
Santo Rosario in occasione della memoria liturgica di Santa Marta. A presiedere il
rito – curato dall’Associazione dei Santi Pietro e Paolo e dalla Gendarmeria Vaticana
– il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per il Vaticano, che ha
esortato i fedeli a credere nella potenza della preghiera. Il servizio di Tiziana
Campisi:
(canto)
Con
fede: hanno pregato così la Madre Celeste, le centinaia di persone che lungo i viali
dei Giardini Vaticani, in processione aux flambeaux, si sono soffermate a meditare
i misteri dolorosi del Rosario, davanti alle edicole votive dedicate alla Madonna
di Czestochowa, di Guadalupe, di Fatima, di Lourdes, della Guardia e della Misericordia.
A loro il cardinale Angelo Comastri ha chiesto una particolare intenzione per i giovani,
soprattutto per quanti vivono disordinatamente.
L’iniziativa
della recita del Rosario nei Giardini Vaticani nel giorno della ricorrenza di Santa
Marta, nata nel ’95 da un’idea di mons. Raffaello Lavagna, vuole far riflettere sul
diverso modo in cui le figure di Marta e Maria, descritte nei Vangeli, si relazionano
a Gesù; una nell’azione, l’altra nella contemplazione. Per questo, ai fedeli in preghiera
si uniscono ogni anno, in collegamento radio, anche le claustrali del monastero Mater
Ecclesiae voluto in Vaticano da Giovanni Paolo II. Le monache benedettine hanno guidato
l’ultima decina del Rosario ed hanno affidato alla badessa, madre Maria
Sofia Cicchetti, questo messaggio:
“Dal
nostro silenzio e dalla nostra solitudine claustrale, inviamo a tutti e a ciascuno
una parola di fede, di speranza e di amore cristiano e chiediamo alla Vergine Maria,
che è la Vergine del silenzio, dell’ascolto e del servizio di renderci sempre più
conformi al suo figlio Gesù e così anche noi, "le marte" e "le marie", diventeremo
artefici di amore, di pace e di unità laddove il Signore ci pone a servire la Chiesa
e i fratelli. Potremmo così essere strumenti di pace anche per il mondo, così assetato
di pace e di unità”.
La tenerezza verso Juan Diego
nel XVI secolo in Messico; l’importanza della preghiera, della misericordia e del
perdono evidenziati a Fatima; la richiesta insistente di intercedere per i peccatori
ripetuta a Lourdes: sono alcuni aspetti – ricordati ieri sera – che nella storia delle
apparizioni di Maria sintetizzano la sua materna vicinanza verso i cristiani, la sua
preoccupazione per la salvezza degli uomini, per la cui conversione la Vergine chiede
costantemente di pregare. E proprio sul modo in cui la preghiera va coltivata si è
soffermato il cardinale Angelo Comastri, al termine della recita
del Rosario:
“Noi molto spesso non siamo convinti
dell’importanza della preghiera e per questo la trascuriamo facilmente e soprattutto
la viviamo con poca profondità. Dobbiamo credere che con la preghiera possiamo riportare
al Signore tante persone”.
Infine la lettura del
XXXIII canto del Paradiso della Divina Commedia di Dante:
“Vergine
Madre, Figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno
consiglio, tu se’ Colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non
disdegnò di farsi sua fattura”. E in omaggio al Papa, la
preghiera del Rosario si è conclusa con l’esecuzione dell’inno pontificio. (inno)