2008-07-30 11:42:30

Il messaggio del Papa a quanti hanno partecipato al Rosario nei Giardini Vaticani: servite Cristo nei fratelli


Servite Gesù nei fratelli impegnandovi generosamente: è l’invito che Benedetto XVI ha rivolto - in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone - a quanti hanno partecipato ieri sera, nei Giardini Vaticani, alla preghiera del Santo Rosario in occasione della memoria liturgica di Santa Marta. A presiedere il rito – curato dall’Associazione dei Santi Pietro e Paolo e dalla Gendarmeria Vaticana – il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per il Vaticano, che ha esortato i fedeli a credere nella potenza della preghiera. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3

 
(canto)

 
Con fede: hanno pregato così la Madre Celeste, le centinaia di persone che lungo i viali dei Giardini Vaticani, in processione aux flambeaux, si sono soffermate a meditare i misteri dolorosi del Rosario, davanti alle edicole votive dedicate alla Madonna di Czestochowa, di Guadalupe, di Fatima, di Lourdes, della Guardia e della Misericordia. A loro il cardinale Angelo Comastri ha chiesto una particolare intenzione per i giovani, soprattutto per quanti vivono disordinatamente.

 
L’iniziativa della recita del Rosario nei Giardini Vaticani nel giorno della ricorrenza di Santa Marta, nata nel ’95 da un’idea di mons. Raffaello Lavagna, vuole far riflettere sul diverso modo in cui le figure di Marta e Maria, descritte nei Vangeli, si relazionano a Gesù; una nell’azione, l’altra nella contemplazione. Per questo, ai fedeli in preghiera si uniscono ogni anno, in collegamento radio, anche le claustrali del monastero Mater Ecclesiae voluto in Vaticano da Giovanni Paolo II. Le monache benedettine hanno guidato l’ultima decina del Rosario ed hanno affidato alla badessa, madre Maria Sofia Cicchetti, questo messaggio:

 
“Dal nostro silenzio e dalla nostra solitudine claustrale, inviamo a tutti e a ciascuno una parola di fede, di speranza e di amore cristiano e chiediamo alla Vergine Maria, che è la Vergine del silenzio, dell’ascolto e del servizio di renderci sempre più conformi al suo figlio Gesù e così anche noi, "le marte" e "le marie", diventeremo artefici di amore, di pace e di unità laddove il Signore ci pone a servire la Chiesa e i fratelli. Potremmo così essere strumenti di pace anche per il mondo, così assetato di pace e di unità”.

 
La tenerezza verso Juan Diego nel XVI secolo in Messico; l’importanza della preghiera, della misericordia e del perdono evidenziati a Fatima; la richiesta insistente di intercedere per i peccatori ripetuta a Lourdes: sono alcuni aspetti – ricordati ieri sera – che nella storia delle apparizioni di Maria sintetizzano la sua materna vicinanza verso i cristiani, la sua preoccupazione per la salvezza degli uomini, per la cui conversione la Vergine chiede costantemente di pregare. E proprio sul modo in cui la preghiera va coltivata si è soffermato il cardinale Angelo Comastri, al termine della recita del Rosario:

 
“Noi molto spesso non siamo convinti dell’importanza della preghiera e per questo la trascuriamo facilmente e soprattutto la viviamo con poca profondità. Dobbiamo credere che con la preghiera possiamo riportare al Signore tante persone”.

 
Infine la lettura del XXXIII canto del Paradiso della Divina Commedia di Dante:

 
“Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ Colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura”.
 E in omaggio al Papa, la preghiera del Rosario si è conclusa con l’esecuzione dell’inno pontificio.
 (inno)







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