Un mese fa Benedetto XVI inaugurava l'Anno Paolino
Un mese fa, con la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli
Pietro e Paolo nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Papa inaugurava l’Anno
Paolino alla presenza del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I. Nella sua omelia Benedetto
XVI ha tratteggiato il profilo dell’Apostolo delle Genti con parole intense. Riascoltiamo
alcuni brani di quell’omelia in questo servizio di Sergio Centofanti.
(canto)
Il
Papa vuole sottolineare che l’esperienza di fede di San Paolo parte dall’incontro
personale con Cristo, dalla scoperta che Cristo lo ama fino a donare la sua vita per
lui:
"La sua fede è l’essere colpito dall’amore
di Gesù Cristo, un amore che lo sconvolge fin nell’intimo e lo trasforma. La sua fede
non è una teoria, un’opinione su Dio e sul mondo. La sua fede è l’impatto dell’amore
di Dio sul suo cuore. E così questa stessa fede è amore per Gesù Cristo". La
libertà è la parola chiave per capire San Paolo – ricorda il Papa. L’amore di Dio
diventa la legge della nuova vita cristiana. Un amore che rende liberi:
"Nello
stesso spirito Agostino ha formulato la frase diventata poi famosa: Dilige et quod
vis fac (Tract. in 1Jo 7 ,7-8) – ama e fa’ quello che vuoi. Chi ama Cristo come lo
ha amato Paolo, può veramente fare quello che vuole, perché il suo amore è unito alla
volontà di Cristo e così alla volontà di Dio; perché la sua volontà è ancorata alla
verità e perché la sua volontà non è più semplicemente volontà sua, arbitrio dell’io
autonomo, ma è integrata nella libertà di Dio e da essa riceve la strada da percorrere". San
Paolo – rileva ancora il Papa – ci fa capire bene cosa significhi appartenere alla
Chiesa:
"La Chiesa non è un’associazione che
vuole promuovere una certa causa. In essa non si tratta di una causa. In essa si tratta
della persona di Gesù Cristo, che anche da Risorto è rimasto «carne»… Egli ha un corpo.
È personalmente presente nella sua Chiesa, «Capo e Corpo» formano un unico soggetto…In
tutto ciò traspare il mistero eucaristico, nel quale Cristo dona continuamente il
suo Corpo e fa di noi il suo Corpo: «Il pane che noi spezziamo, non è forse comunione
con il Corpo di Cristo? Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un
corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane» (1Cor 10,16s). Con queste
parole si rivolge a noi, in quest’ora, non soltanto Paolo, ma il Signore stesso: Come
avete potuto lacerare il mio Corpo?" Il
Papa infine ricorda San Paolo come un uomo che ha annunciato la verità senza paura
incontrando per questo la sofferenza, la persecuzione e quindi la morte:
"In
un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza. Chi vuole
schivare la sofferenza, tenerla lontana da sé, tiene lontana la vita stessa e la sua
grandezza; non può essere servitore della verità e così servitore della fede. Non
c’è amore senza sofferenza – senza la sofferenza della rinuncia a se stessi, della
trasformazione e purificazione dell’io per la vera libertà. Là dove non c’è niente
che valga che per esso si soffra, anche la stessa vita perde il suo valore". (canto)