Stallo nella Conferenza di Lambeth per ricomporre le divisioni nella Comunione anglicana
sulle ordinazioni episcopali di donne e omosessuali
Ultima settimana di lavori per i vescovi anglicani di tutto il mondo riuniti nella
città di Canterbury, in Inghilterra, per la Conferenza di Lambeth, che cade ogni 10
anni. Molte le questioni spinose da risolvere per evitare fughe in avanti e scismi
nella Comunione anglicana, divisa su questioni come l’ordinazione episcopale delle
donne e degli omosessuali ed il matrimonio di coppie omosessuali, questioni che implicano
ripercussioni sia sul piano teologico che pastorale. Roberta Gisotti ha intervistato
Andrea Galli, inviato di “Avvenire” a Canterbury:
D. - A che punto
siamo del dibattito, che sappiamo sofferto e che vede posizioni frontalmente contrapposte?
R.
- Direi che il dibattito è andato peggiorando, nel senso che le differenze che erano
già chiare all’inizio, si sono fatte ancora più esplicite andando avanti nell’incontro.
Si è parlato molto, si parlerà sempre di più, anche in questi giorni, del tema dell’omosessualità
che è poi il tema più scottante, quello su cui davvero si è aperto uno scontro molto
forte, ancora di più di quello che è il tema dell’ordinazione episcopale delle donne
nel senso che, innanzitutto, qui a Lambeth sono presenti molte donne vescovo, così
come sono presenti molti preti donna. Quindi è una realtà, questa, già concreta da
molti anni in molte parti della Comunione anglicana e anche fra l’episcopato, per
esempio, africano, quello che, sul tema dell’omosessualità, è più intransigente, su
questo tema, si registra per molti una sostanziale apertura. Per cui il nocciolo più
controverso rimane quello dell’omosessualità, ma qui va detto che l’omosessualità
è presa un po’ come la punta di un 'iceberg', perché la parte che contesta la posizione
attuale dell’arcivescovo di Canterbury e la Comunione anglicana, denuncia una corruzione
teologica e pastorale di più ampio livello, che va ben oltre il tema dell’omosessualità.
D.
– L’opera di mediazione che si sperava proprio da parte del Primate della Comunione
anglicana, l’arcivescovo di Cantenbury, Rowan Williams, non ha quindi sortito i risultati
sperati?
R. – Finora sembra di no. Rowan Williams ha lanciato appelli molto
sentiti all’unità, per cercare di salvaguardare in tutti modi possibili il bene supremo
della Comunione anglicana che però, finora, non hanno soddisfatto né una parte né
l’altra. La soluzione che Rowan Williams proporrà, alla fine di questa settimana,
dovrebbe essere una sorta di compromesso, cioè la richiesta di una specie di moratoria
dell’ordinazione di vescovi omosessuali, che dovrebbe essere il pegno da pagare per
l’episcopato nord americano - diciamo così – e dall’altra parte la richiesta invece
all’episcopato africano, in particolar modo alla Nigeria, di non estendere le proprie
diocesi in territorio nordamericano, perché in questi ultimi anni hanno cercato di
lanciare una specie di 'salvagente' ai fedeli anglicani nordamericani che non si riconoscevano
più nelle scelte del proprio episcopato. Questo ha creato ovviamente molte tensioni.
D.
– Quali scenari, invece si possono prevedere da un eventuale scisma?
R. – Anche
la parola scisma è una parola controversa, nel senso che il movimento che si è creato,
a livello internazionale - che contesta in questo momento la posizione ed anche il
ruolo di Rowan Williams, il movimento che ha assunto il nome di GAFCON (Global Anglican
Future Conference), dal nome della Conferenza che è stata organizzata a Gerusalemme
a fine giugno. Ricordiamo che non è una piccola frazione della comunità anglicana,
ma è una realtà che riunisce l’episcopato di Paesi come la Nigeria, l’Uganda, il
Kenya e che pare, appunto, possa rappresentare i due terzi dell’intera Comunione anglicana,
quindi un qualcosa come 40 milioni di seguaci su 50, 55 milioni di fedeli praticanti,
diciamo così, della Comunione anglicana. Quindi si tratta di una realtà poderosissima,
ed è anche per questo che la situazione è particolarmente delicata e grave. L’eventuale
scenario, appunto, è questo: il movimento GAFCON, in sostanza dice di non volere attuare
uno scisma, loro sostengono di difendere la purezza della tradizione e della teologia
anglicana, quindi in sostanza accusano altri di essere scismatici e di voler portare
la Comunione anglicana su piste che sono assolutamente estranee alla loro tradizione.