2008-07-26 13:55:35

Benedetto XVI in visita al Quirinale da Napolitano il prossimo 4 ottobre. La riflessione dello storico Agostino Giovagnoli


Il 4 ottobre prossimo, festa di San Francesco di Assisi, Patrono d’Italia, Benedetto XVI si recherà al Quirinale in visita ufficiale, per restituire al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la sua visita in Vaticano del 20 novembre 2006. Ad annunciarlo è la Sala Stampa della Santa Sede. Sull’importanza di questo incontro tra il Papa e Napolitano, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione del prof. Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea all’Università Cattolica di Roma:RealAudioMP3

R. - Certamente, i segni di comprensione profonda tra Benedetto XVI e il presidente Napolitano sono molti, ripetuti. Credo che ad avvicinarli sia la comune preoccupazione per l’Italia, naturalmente da punti di vista molto diversi. Come dire, c’è un terreno nuovo per entrambi, in qualche modo, su cui il comune senso di responsabilità istituzionale li spinge a convergere e forse anche a comprendersi l’un l’altro, al di là degli aspetti formali ufficiali.

 
D. - Sullo sfondo di questo incontro, come già in occasione di quello avvenuto nel 2006, c’è il valore della laicità…

 
R. - Sì, direi che questo tema è un altro dei terreni di intesa tra il Papa ed il presidente Napolitano, perché entrambi cercano di tenere fuori la laicità dalle evoluzioni più recenti che ha ricevuto il termine, in qualche modo, anche in contraddizione con la storia precedente alla laicità. Mi spiego: la laicità è stata a lungo un terreno di intesa e di confronto, o quanto meno di non conflitto tra religione e Stato. Ultimamente, invece, si tende a vivere in modo conflittuale questo rapporto. Quando il Papa parla di “sana laicità”, quando Napolitano fa appello alla laicità, credo che anche qui ci sia il tentativo di usare questa parola proprio in senso non conflittuale, che del resto poi è il suo significato più profondo.

 
D. - Peraltro, questo incontro avviene nel 60.mo della Costituzione repubblicana. Sappiamo quanto i cattolici abbiano contribuito alla stesura di questo documento fondamentale e poi alla vita politica italiana...

 
R. - Certamente, i cattolici sono stati importanti nella stesura della Costituzione e poi, successivamente, direi che sono stati importanti in modo laico, cioè hanno portato i loro valori, le loro istanze dentro un senso più ampio di costruzione dello Stato che coinvolge anche gli altri. Questo è un qualcosa profondamente iscritto nella Costituzione e che oggi si rischia di perdere, il senso di coabitazione tra cattolici e laici. Questa collaborazione viene messa in discussione mentre il riferimento alla Costituzione - ad una Costituzione che dopo 60 anni ancora mostra un alto livello di vitalità - ci indica appunto una strada diversa, una strada di collaborazione.







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