Le catechesi del Papa a Sydney sullo Spirito Santo
Il Papa, dopo il suo rientro da Sydney, lunedì scorso, trascorre qualche giorno di
riposo a Castel Gandolfo. Per questo oggi non si è svolta la consueta udienza generale
del mercoledì. Adesso è il tempo di mettere a frutto gli eventi della Giornata Mondiale
della Gioventù che è stata incentrata sulle parole di Gesù: “Avrete forza dallo Spirito
Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”. Le catechesi del Papa sulla Terza
Persona della Trinità sono state molto intense. Ripercorriamone i contenuti principali
in questo servizio di Sergio Centofanti:
(Canto)
“Riconoscete
e credete nella potenza dello Spirito Santo nella vostra vita!”: è l’invito che il
Papa ha rivolto ai giovani perché “incendiati dall’amore di Dio” portino Cristo al
mondo, liberandolo dai suoi deserti spirituali che si vanno sempre più estendendo,
dagli egoismi, dall’apatia, dalle paure, dalla disperazione. Ma “non è cosa facile
conoscere” lo Spirito Santo – ha sottolineato il Pontefice nelle sue catechesi. Anche
le immagini che ne diamo: “vento, fuoco, soffio, sono un segno della nostra difficoltà
ad esprimere su di Lui una nostra comprensione articolata”.
Lo
Spirito è “silenzioso”, è “invisibile”, è “la Persona dimenticata della Santissima
Trinità” eppure è “l’artefice delle opere di Dio”, è “il potere della vita di Dio”
che vince la morte, “fontana di acqua viva che zampilla” che ci fa trovare la “pienezza
dell’amore”. Ricevere lo Spirito Santo significa essere “inalterabilmente cambiati,
significa essere nuove creature”, “nulla può mai più essere lo stesso”. Significa
essere “rinfrescati” dalla bellezza di Dio “per divenire a nostra volta una fonte
di freschezza per gli altri”.
Ma come ricevere la
forza dello Spirito? Il Papa lo ricorda: “non è qualcosa che possiamo meritare o conquistare:
possiamo solamente riceverla come puro dono”. Infatti – precisa – “ciò che costituisce
la nostra fede non è in primo luogo ciò che facciamo, ma ciò che riceviamo”. Benedetto
XVI indica la via: “l’amore di Dio può effondere la sua forza solo quando gli permettiamo
di cambiarci dal di dentro. Noi dobbiamo permettergli di penetrare nella dura crosta
della nostra indifferenza, della nostra stanchezza spirituale, del nostro cieco conformismo”.
Ecco l’importanza fondamentale della preghiera, del fare silenzio dentro e fuori di
noi per “fare spazio allo Spirito”, alla “forza che proviene dall’alto” e “ci abilita
ad essere sale e luce per il nostro mondo”.
Liberate
i doni dello Spirito Santo! – grida il Papa – Doni incatenati ad una “visione corta”
della vita, rinchiusa negli spazi angusti del nostro io, che – come dice Sant’Agostino
- cerca disperatamente amore che poi non dura, amore frammentato che non crea vera
unità e armonia, amore possessivo che finge di donare ma vuole solo guadagnare. Lo
Spirito Santo invece è “luce che apre i nostri occhi” all’intero orizzonte della verità
e ci fa “vedere le meraviglie della grazia di Dio intorno a noi” al di là delle debolezze
e dei fallimenti umani.
Lo Spirito Santo – afferma
il Papa - è pronto a effondere “anche ora” la sua forza che trasforma il mondo. Ma
occorre avere il coraggio di dire sì, come Maria. La Vergine non ha compiuto opere
straordinarie: ha semplicemente detto un sì che ha cambiato la storia.