Il cardinale Danneels esorta i belgi a conservare l'unità nazionale
L’arcivescovo della diocesi Mechelen-Bruxelles, cardinal Godfried Danneels, ha lanciato
ieri un appello in favore dell’unità del popolo belga durante la Messa celebrata in
occasione della Festa nazionale del Paese, che cade il 21 luglio. Il porporato ha
invocato “una migliore comprensione tra le comunità nazionali, indipendentemente dalle
differenze esistenti”. Parole seguite a quelle di re Alberto II, che nel tradizionale
messaggio alla Nazione aveva esortato fiamminghi e francofoni “all’unione e alla tolleranza”.
Alla cerimonia erano presenti la famiglia reale e il premier Yves Leterme, che il
14 luglio scorso (per il 15 era fissato il termine di presentazione del pacchetto
di riforme istituzionali) aveva rassegnato le dimissioni nelle mani del sovrano che,
il 17, dopo frenetiche consultazioni, le aveva respinte riconfermando Leterme premier,
ma sotto la tutela di tre emissari reali francofoni, che hanno l’incarico di creare
le condizioni adatte al dialogo istituzionale. Da sempre il Belgio - nato nel 1830
dalla fusione delle Fiandre del sud neerlandofone e della Vallonia francofona con
un re tedesco, Leopoldo I - ha avuto al suo interno spinte separatiste e crisi istituzionali.
L’ultima iniziata circa un anno fa, quando l’attuale premier fu eletto con 800 mila
voti: Leterme si era presentato alle elezioni federali con un cartello elettorale
che univa il proprio partito "CD & V" (i cristiano-democratici delle Fiandre), con
il nazionalista N-VA. (R.B.)