Prima della partenza, la Messa con le vittime di abusi sessuali commessi da preti
“Dio benedica il popolo dell’Australia”. Con queste parole il Papa si è congedato
da Sydney al termine del viaggio più lungo del suo Pontificato, in occasione della
23^ Giornata Mondiale della Gioventù. All’aeroporto della città. Benedetto XVI ha
ringraziato il premier Kevin Rudd e tutte le autorità che hanno permesso la riuscita
dell’evento. Lo stesso aveva già un’ora prima, parlando ai 12 mila volontari della
Gmg. Dalla sua, il primo ministro ha ringraziato il Pontefice per la visita ed ha
annunciato che d’ora in poi l’ambasciatore australiano presso la Santa Sede, sinora
in Irlanda, avrà una residenza stabile a Roma. Il futuro rappresentante diplomatico,
Tim Fischer, già vice primo ministro e leader del National Party, è stato presentato
a Benedetto XVI. E le ultime ore del Papa a Sydney sono state caratterizzate da un
toccante fuori programma: la Messa celebrata con una rappresentanza delle vittime
di abusi sessuali da parte di preti. Ci riferisce il nostro inviato a Sydney, Roberto
Piermarini:
Come espressione
della sua sollecitudine pastorale nei confronti di coloro che hanno subito abusi sessuali
da parte del clero, Benedetto XVI ha celebrato questa mattina una Messa alla presenza
di un gruppo rappresentativo di vittime. L'incontro – ha poi specificato il nostro
direttore al seguito papale padre Lombardi - ha avuto luogo nella piccola cappella
della Cathedral House dove il Papa è stato accolto in questi giorni. Erano presenti
quattro vittime, due uomini e due donne, accompagnati dai loro supporter e da un sacerdote
incaricato della pastorale nei loro confronti. Con il Papa hanno concelebrato il cardinale
Pell, il sostituto della Segreteria di Stato mons. Filoni e i due segretari. Al termine
della Messa gli ospiti hanno potuto parlare singolarmente con il Papa che ha rivolto
loro affettuose parole di partecipazione e di conforto. L'evento è terminato poco
prima del suo incontro con i 12 mila volontari della GMG e tutto si è svolto in un
clima di rispetto, di spiritualità e di intensa commozione. Come già avvenuto negli
Stati Uniti, il Papa ha desiderato incontrare alcune vittime come gesto concreto per
esprimere i sentimenti da lui già manifestati più volte nei suoi interventi sul dramma
degli abusi sessuali. In Australia – ha osservato padre Lombardi - ha desiderato farlo
dopo la conclusione della Giornata Mondiale della Gioventù perché questa era il motivo
specifico del suo viaggio.