Domani il Papa trascorrerà l’ultima giornata del suo viaggio a Sydney. In mattinata
saluterà 12 mila volontari della GMG. Subito dopo si svolgerà la cerimonia di congedo
all’aeroporto internazionale della città australiana e quindi la partenza per Roma.
Ma su questa 23.ma Giornata mondiale della gioventù ascoltiamo il commento del nostro
direttore, padre Federico Lombardi, al microfono di Roberto Piermarini: R.
– E’ una Giornata unica, naturalmente, perchè si è svolta in un ambiente molto particolare,
quello dell’Australia. Io sono ammirato dell’impegno che gli australiani e la Chiesa
australiana hanno messo nell’organizzazione, raggiungendo dei risultati veramente
notevoli, sia per il numero di giovani che sono venuti, sia per il modo in cui le
manifestazioni si sono svolte, sia anche per il modo in cui si è riuscita a coinvolgere
la città, la società circostante. E in tutto questo in particolare quello della Via
Crucis è stato un momento molto speciale, perchè la Via Crucis, svoltasi in mezzo
alla vie e nei luoghi più significativi della grande città, è stata naturalmente una
proposta di riflessione che ha colpito molto, al di là dei partecipanti alla Giornata
mondiale della gioventù, tutta la città e la società circostante. Si è, quindi, anche
mostrata la validità dell’antica tradizione della Via Crucis e delle sacre rappresentazioni
per proporre con efficacia un momento fondamentale del mistero cristiano.
D.
– Padre Lombardi, sta diventando una costante – dopo Colonia – anche l’adorazione
eucaristica…
R. – Sì. Nella Veglia che aveva tradizionalmente
avuto un aspetto di festa, di canti e di grande animazione, che naturalmente deve
continuare ad avere - almeno in parte - da Colonia è stato inserito anche questo elemento
specifico e nuovo dell’adorazione eucaristica. E’ stato un atto, a mio avviso, coraggioso
quello fatto a Colonia, perchè non era così chiaro che si riuscisse a fare una veglia
con una buona partecipazione, con una forma di preghiera così impegnativa. Invece
qui si è continuato e con una formula molto ben riuscita: un’adorazione non certo
di durata eccessiva, ma vissuta con grandissima intensità ed accompagnata anche da
canti e da brevissime riflessioni. Credo che questo significhi un messaggio di importanza
della preghiera al centro della vita cristiana e anche di questa forma specifica di
preghiera che è l’adorazione, ed anche il silenzio di fronte a Dio. Penso che sia
molto coerente anche con l’impostazione che Benedetto XVI dà a queste Giornata della
Gioventù, in cui cerca di portare contenuti profondi con una sua catechesi impegnativa
e non sempre facile, ma certamente solida e su cui ritornare a meditare, ed anche
con momenti importantissimi della spiritualità e della preghiera esplicita.
D.
– Quale è stato il tono dei discorsi di Benedetto XVI in questa GMG a Sydney?
R.
– E’ stata una catechesi molto ampia sulla vita cristiana: centrata sul tema dello
Spirito Santo, ma che è anche partita dal Battesimo ed è arrivata alla Cresima, che
è stato un po’ il Sacramento caratteristico di questa Giornata mondiale della gioventù.
Il Papa ha parlato, ha parlato a lungo, ha parlato con chiarezza, ma dando dei contenuti
molto ricchi, dando dei contenuti profondi, non sempre facili da assimilare immediatamente,
perchè a volte sono articolati, anche concettualmente. Ma sono sempre accompagnati
da una grande intensità spirituale ed anche emotiva, se non in mondo profondo, certo
non in modo superficiale. Questa intensità emotiva, in questo viaggio, l’abbiamo sperimentata
in particolare quando il Papa ha parlato ai giovani in difficoltà, ai giovani che
hanno avuto delle esperienze difficili e a cui ha proposto la vita cristiana come
cammino di risanamento interiore, di pace e di abilitazione ad un amore che diventa
positivo nei confronti degli altri, anche da parte di chi ha vissuto difficoltà e
può essere quindi particolarmente capace di capire le difficoltà degli altri.