Gmg di Sydney: il Papa condanna gli abusi sessuali commessi da alcuni preti in Australia,
"vergogna per la Chiesa, comprensione alle vittime"
Dopo la Via Crucis di ieri, uno dei momenti culminanti della 23^ Giornata Mondiale
della Gioventù, oggi il Papa ha presieduto la Santa Messa nella cattedrale di St.
Mary a Sydney con i 65 vescovi australiani, i seminaristi, i novizi e le novizie.
Nell’omelia, la nuova condanna del Santo Padre nei confronti degli episodi di pedofilia,
di cui si sono macchiati diversi preti. Parole forti che significano vicinanza e comprensione
per chi ha subito abusi sessuali. Intanto c’è molta attesa per la Grande Veglia di
Benedetto XVI con i giovani, che, tra circa tre ore, inizierà all’Ippodromo di Randwick.
La linea al nostro inviato a Sydney, Roberto Piermarini:
ESTRATTO OMELIA
DEL PAPA (traduzione in italiano) Cari Fratelli e Sorelle, in questa nobile
cattedrale ho la gioia di salutare i miei fratelli Vescovi e sacerdoti, e i diaconi,
le persone consacrate e i laici dell’Arcidiocesi di Sydney. In modo del tutto speciale
il mio saluto va ai seminaristi e ai giovani religiosi presenti in mezzo a noi, (…)
essi avranno il compito di edificare la casa di Dio per la prossima generazione. (…)
Come non pensare alle schiere di sacerdoti, religiosi e fedeli laici che, ciascuno
secondo il proprio ruolo, hanno contribuito a costruire la Chiesa in Australia? Il
pensiero va in particolare a quelle famiglie di coloni alle quali Padre Jeremiah O’Flynn
affidò il Santissimo Sacramento al momento di partire, un “piccolo gregge” che ebbe
caro e preservò quel tesoro prezioso, consegnandolo alle successive generazioni che
edificarono questo grande tabernacolo alla gloria di Dio. Rallegriamoci per la loro
fedeltà e perseveranza, e dedichiamoci a portare avanti le loro fatiche per la diffusione
del Vangelo, per la conversione dei cuori e la crescita della Chiesa nella santità,
nell’unità e nella carità!
Ci apprestiamo a celebrare la dedicazione del nuovo
altare di questa veneranda cattedrale. Come il frontale scolpito ci ricorda in maniera
potente, ogni altare è simbolo di Gesù Cristo, presente nel mezzo della sua Chiesa
come sacerdote, altare e vittima. (…) Nell’odierna liturgia la Chiesa ci rammenta
che, come questo altare, anche noi siamo stati consacrati, messi “a parte” per il
servizio di Dio e l’edificazione del suo Regno. Troppo spesso, tuttavia, ci ritroviamo
immersi in un mondo che vorrebbe mettere Dio “da parte”. Nel nome della libertà ed
autonomia umane, il nome di Dio viene oltrepassato in silenzio, la religione è ridotta
a devozione personale e la fede viene scansata nella pubblica piazza. Talvolta una
simile mentalità, così totalmente opposta all’essenza del Vangelo, può persino offuscare
la nostra stessa comprensione della Chiesa e della sua missione. Anche noi possiamo
essere tentati di ridurre la vita di fede ad una questione di semplice sentimento,
indebolendo così il suo potere di ispirare una visione coerente del mondo ed un dialogo
rigoroso con le molte altre visioni che gareggiano per conquistarsi le menti e i cuori
dei nostri contemporanei. E tuttavia la storia, inclusa quella del nostro tempo,
ci dimostra che la questione di Dio non può mai essere messa a tacere, come pure che
l’indifferenza alla dimensione religiosa dell’esistenza umana in ultima analisi diminuisce
e tradisce l’uomo stesso. (…) Laddove l’uomo viene sminuito, è il mondo che ci
attornia ad essere sminuito; perde il proprio significato ultimo e manca il suo obiettivo.
Ciò che ne emerge è una cultura non della vita, ma della morte. Come si può considerare
questo un “progresso”? Al contrario, è un passo indietro, una forma di regressione,
che in ultima analisi inaridisce le sorgenti stesse della vita sia degli individui
che dell’intera società. Sappiamo che alla fine – come sant’Ignazio di Loyola vide
in modo così chiaro – l’unico vero “standard” su cui ogni realtà umana può essere
misurata è la Croce ed il suo messaggio di amore non meritato che trionfa sul male,
sul peccato e sulla morte, che crea vita nuova e perenne gioia. La Croce rivela che
ritroviamo noi stessi solo donando le nostre vite, accogliendo l’amore di Dio come
dono immeritato ed operando per condurre ogni uomo e ogni donna verso la bellezza
di quell’amore e verso la luce della verità che sola reca salvezza al mondo. (…)
E
tuttavia come è difficile questo cammino di consacrazione! Esige una continua “conversione”,
un morire sacrificale a se stessi che è la condizione per appartenere pienamente a
Dio, un mutamento della mente e del cuore che porta vera libertà ed una nuova ampiezza
di visione.
(…) Tutti questi riti ci invitano a ri-vivere la nostra propria
consacrazione nel Battesimo. Ci invitano a respingere il peccato e le sue false attrattive,
e a bere sempre più profondamente alla sorgente vivificante della grazia di Dio. Cari
amici, possa questa celebrazione, alla presenza del Successore di Pietro, essere un
momento di ri-dedicazione e di rinnovamento dell’intera Chiesa in Australia!
Desidero
qui fare una pausa per riconoscere la vergogna che tutti abbiamo sentito a seguito
degli abusi sessuali sui minori da parte di alcuni sacerdoti o religiosi in questa
Nazione. Questi misfatti, che costituiscono un così grave tradimento della fiducia,
devono essere condannati in modo inequivocabile. Essi hanno causato grande dolore
ed hanno danneggiato la testimonianza della Chiesa. Chiedo a tutti voi di sostenere
e assistere i vostri Vescovi e di collaborare con loro per combattere questo male.
Le vittime devono ricevere compassione e cura e i responsabili di questi mali devono
essere portati davanti alla giustizia. E’ una priorità urgente quella di promuovere
un ambiente più sicuro e più sano, specialmente per i giovani. (…) Mentre la Chiesa
in Australia continua, nello spirito del Vangelo, ad affrontare con efficacia questa
seria sfida pastorale, mi unisco a voi nel pregare affinché questo tempo di purificazione
porti con sé guarigione, riconciliazione e una fedeltà sempre più grande alle esigenze
morali del Vangelo.
Desidero ora rivolgermi ai seminaristi ed ai giovani religiosi
che stanno fra noi con una speciale parola di affetto e di incoraggiamento. Cari amici:
con grande generosità vi siete incamminati su una particolare via di consacrazione,
radicata nel vostro Battesimo e intrapresa in risposta alla chiamata personale del
Signore. (…) Nel Vangelo di oggi il Signore ci chiama a “credere nella luce”(cfr
Gv 12,36). Queste parole hanno un significato speciale per voi, cari giovani seminaristi
e religiosi. Esse sono un appello a confidare nella verità della parola di Dio e a
sperare fermamente nelle sue promesse. (…) Ma non abbiate paura! Credete nella
luce! Prendete a cuore la verità che abbiamo udito oggi nella seconda lettura: “Gesù
Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Eb 13,8). La luce di Pasqua continua a scacciare
le tenebre!
Il Signore ci chiama a camminare nella luce (cfr Gv 12,35). Ciascuno
di voi ha intrapreso la più grande e la più gloriosa delle battaglie, quella di essere
consacrati nella verità, di crescere nella virtù, di raggiungere l’armonia fra pensieri
e ideali, da una parte, e parole ed azioni, dall’altra. (…) I Padri della Chiesa
amavano vedere le Scritture come un paradiso spirituale, un giardino dove possiamo
camminare liberamente con Dio, ammirando la bellezza e l’armonia del suo piano salvifico
mentre porta frutto nella nostra stessa vita, nella vita della Chiesa e lungo tutta
la storia. La preghiera, dunque, e la meditazione della parola di Dio siano la lampada
che illumina, purifica e guida i vostri passi lungo la via che il Signore ha segnato
per voi. Fate della celebrazione quotidiana dell’Eucaristia il centro della vostra
vita. (…) Abbracciando la chiamata del Signore a seguirlo in castità, povertà e
obbedienza, avete intrapreso il viaggio di un discepolato radicale che vi renderà
“segni di contraddizione” (cfr Lc 2,34) per molti dei vostri contemporanei. (…)
Chiediamo
a Maria, Aiuto dei cristiani, di sostenere la Chiesa in Australia nella fedeltà a
quella grazia mediante la quale il Signore crocifisso continua ad “attirare a sé”
tutta la creazione ed ogni cuore umano (cfr Gv 12,32). Possa la potenza del suo Santo
Spirito consacrare i fedeli di questa terra nella verità, produrre abbondanti frutti
di santità e di giustizia per la redenzione del mondo e guidare l’intera umanità verso
la pienezza di vita intorno a quell’Altare dove, nella gloria della liturgia celeste,
siamo chiamati a cantare le lodi di Dio per l’eternità.
La versione integrale
del discorso del Santo Padre verrà pubblicata sul sito Internet della Santa Sede www.vatican.va
e sull'Osservatore Romano.