Lo spirito religioso aiuta a risolvere i conflitti con strumenti pacifici
Nella mattina di venerdì 18 luglio (ora australiana) Benedetto XVI ha partecipato
ad un incontro interreligioso con una quarantina di rappresentanti delle comunità
religiose presenti in Australia. L’incontro si è svolto nella Sala Capitolare della
St. Mary’s Cathedral di Sydney. A nome dei presenti, hanno rivolto un saluto al Papa
il Cardinale George Pell, arcivescovo di Sidney, il Rabbino Jeremy Lawrence della
comunità ebraica, e lo Sceicco Shardy della comunità musulmana. Benedetto XVI ha rivolto
loro il seguente discorso, di cui offriamo i brani principali:
Cari amici, rivolgo
un cordiale saluto di pace e amicizia a tutti voi che siete qui in rappresentanza
di varie tradizioni religiose presenti in Australia. Sono lieto di questo incontro
e ringrazio il Rabbino Jeremy Lawrence e lo Sceicco Shardy per le parole di benvenuto
che hanno formulato a nome loro e delle vostre rispettive comunità.
L’Australia
(…) è una nazione che tiene in grande considerazione la libertà di religione. Il vostro
Paese riconosce che il rispetto di questo diritto fondamentale dà a uomini e donne
la possibilità di adorare Dio secondo coscienza, di educare lo spirito e di agire
secondo le convinzioni etiche derivanti dal loro credo.
L’armoniosa correlazione
tra religione e vita pubblica è tanto più importante in un’epoca nella quale alcuni
sono giunti a ritenere la religione causa di divisione piuttosto che forza di unità.
In un mondo minacciato da sinistre e indiscriminate forme di violenza, la voce concorde
di quanti hanno spirito religioso stimola le nazioni e le comunità a risolvere i conflitti
con strumenti pacifici nel pieno rispetto della dignità umana. Una delle molteplici
modalità in cui la religione si pone al servizio dell’umanità consiste nell’offrire
una visione della persona umana che evidenzi la nostra innata aspirazione a vivere
con magnanimità, intessendo legami di amicizia con il nostro prossimo. Nella loro
intima essenza, le relazioni umane non si possono definire in termini di potere, dominio
e interesse personale. Al contrario, esse riflettono e perfezionano l’inclinazione
naturale dell’uomo a vivere in comunione e in armonia con gli altri. Il senso religioso
radicato nel cuore dell’uomo apre uomini e donne verso Dio e li guida a scoprire che
la realizzazione personale non consiste nella gratificazione egoistica di desideri
effimeri. Esso, piuttosto, ci guida a venire incontro alle necessità degli altri
e a cercare vie concrete per contribuire al bene comune. Le religioni svolgono un
particolare ruolo a questo riguardo, in quanto insegnano alla gente che l’autentico
servizio richiede sacrificio e autodisciplina, che a loro volta si devono coltivare
attraverso l’abnegazione, la temperanza e l’uso moderato dei beni naturali. (…)
Amici,
questi valori - sono certo che siete d’accordo - sono particolarmente importanti per
un’adeguata formazione dei giovani, che tanto sovente sono tentati di considerare
la vita stessa come un prodotto di consumo. Essi pure posseggono, peraltro, la capacità
dell’autocontrollo: di fatto, nello sport, nelle arti creative, negli studi sono
pronti ad accogliere volentieri tali impegni come una sfida. (…) In questa prospettiva,
sia le scuole confessionali che le scuole statali potrebbero fare di più per sviluppare
la dimensione spirituale di ogni giovane. In Australia, come altrove, la religione
è stata un fattore motivante nella fondazione di molte istituzioni educative, e a
buon diritto continua oggi ad occupare un suo posto nei curricoli scolastici. Il tema
dell’educazione emerge con frequenza nelle deliberazioni della Organizzazione Interfaith
Cooperation for Peace and Harmony, e caldamente incoraggio quanti prendono parte a
questa iniziativa a continuare nel loro confronto sui valori che integrano le dimensioni
intellettuali, umane e religiose di una solida educazione. (…)
Uomini e donne
sono dotati della capacità non solo di immaginare in che modo le cose potrebbero essere
migliori, ma anche di investire le loro energie per renderle migliori. Siamo consapevoli
dell’unicità della nostra relazione col regno della natura. Se, quindi, riteniamo
di non essere soggetti alle leggi dell’universo materiale allo stesso modo del resto
della creazione, non dovremmo anche fare della bontà, della compassione, della libertà,
della solidarietà, del rispetto di ogni individuo una componente essenziale della
nostra visione di un futuro più umano? La religione, tuttavia, nel rammentarci
la limitatezza e la debolezza dell’uomo, ci spinge anche a non riporre le nostre speranze
ultime in questo mondo che passa. (…)
L’universalità dell’esperienza umana,
che trascende ogni confine geografico e ogni limite culturale, rende possibile ai
seguaci delle religioni di impegnarsi nel dialogo per affrontare il mistero delle
gioie e delle sofferenze della vita. Da questo punto di vista, la Chiesa con passione
cerca ogni opportunità per prestare ascolto alle esperienze spirituali delle altre
religioni. Potremmo affermare che tutte le religioni mirano a penetrare il profondo
significato dell’esistenza umana, riconducendolo ad una origine o principio esterno
ad essa. Le religioni presentano un tentativo di comprensione del cosmo inteso come
proveniente da e procedente verso tale origine o principio. I cristiani credono che
Dio ha rivelato questa origine e principio in Gesù, che la Bibbia definisce “Alfa
e Omega” (cfr Ap 1, 8; 22, 1).
Cari amici, sono venuto in Australia come ambasciatore
di pace. Per questo, sono lieto di incontrare voi che parimenti condividete questo
anelito e insieme il desiderio di aiutare il mondo a conseguire la pace. La nostra
ricerca della pace procede mano nella mano con la ricerca del significato, poiché
è scoprendo la verità che troviamo la strada sicura verso la pace. Il nostro sforzo
per arrivare alla riconciliazione tra i popoli sgorga da, ed è diretto verso, quella
verità che dà alla vita uno scopo. La religione offre la pace, ma - ancor più importante
- suscita nello spirito umano la sete della verità e la fame della virtù. (…)
La
versione integrale del discorso del Santo Padre verrà pubblicata sul sito Internet
della Santa Sede www.vatican.va e sull'Osservatore Romano.