Lo Spirito ci aiuti a vedere i doni spirituali degli altri
Nella Cripta della St. Mary’s Cathedral di Sidney, il Papa ha preso parte all’Incontro
ecumenico con i rappresentanti di varie comunità cristiane in Australia. Rispondendo
al saluto dell’arcivescovo di Sidney, il cardinale George Pell, e del vescovo anglicano
di Sidney, mons. Robert Forsythe, Benedetto XVI ha pronunciato un discorso di cui
offriamo i brani principali:
Cari fratelli e sorelle in Cristo, elevo
fervide grazie a Dio per l’opportunità di incontrarvi e di pregare insieme con voi,
che siete giunti qui in rappresentanza di varie comunità cristiane in Australia. (…)
L’Australia
è un Paese contrassegnato da grande diversità etnica e religiosa. Gli immigranti giungono
ai lidi di questa maestosa terra con la speranza di trovarvi felicità e buone opportunità
di occupazione. Anche la vostra è una Nazione che riconosce l’importanza della libertà
religiosa. Questo è un diritto fondamentale che, se rispettato, consente ai cittadini
di agire sulla base di valori radicati nelle loro più profonde convinzioni, contribuendo
così al benessere dell’intera società. In questo modo i cristiani contribuiscono,
insieme con i membri delle altre religioni, alla promozione della dignità umana e
all’amicizia fra le nazioni.
Gli australiani amano la discussione franca e
cordiale. Ciò ha reso un buon servizio al movimento ecumenico. Un esempio può essere
l’Accordo siglato nel 2004 dai membri del Consiglio Nazionale delle Chiese in Australia.
Questo documento riconosce un comune impegno, indica degli obiettivi, dichiara punti
di convergenza, senza passare frettolosamente sopra alle differenze. Un simile approccio
dimostra non solo che è possibile trovare risoluzioni concrete per una collaborazione
fruttuosa nel presente, ma anche che abbiamo bisogno di continuare pazienti discussioni
sui punti teologici di divergenza. Possano le deliberazioni, che intraprenderete nel
Consiglio delle Chiese ed in altri forum locali, essere sostenute dai risultati che
avete già raggiunti. (…) Il cammino dell’Ecumenismo mira in definitiva ad una comune
celebrazione dell’Eucaristia, che Cristo ha affidato ai suoi Apostoli come il Sacramento
per eccellenza dell’unità della Chiesa. Anche se vi sono ancora ostacoli da superare,
noi possiamo essere sicuri che un giorno una comune Eucaristia non farà che sottolineare
la nostra decisione di amarci e servirci gli uni gli altri a imitazione del nostro
Signore: il comandamento di Gesù di “fare questo in memoria di me” (Lc 22,19) è, infatti,
intrinsecamente ordinato al suo monito di “lavarci i piedi gli uni gli altri” (Gv
13,14). Per questa ragione un sincero dialogo concernente il posto dell’Eucaristia
– stimolato da un rinnovato ed attento studio della Scrittura, degli scritti patristici
e dei documenti dei due millenni della storia cristiana – gioverà indubbiamente a
far avanzare il movimento ecumenico e ad unificare la nostra testimonianza davanti
al mondo. (…)
Dobbiamo stare in guardia contro ogni tentazione di considerare
la dottrina come fonte di divisione e perciò come impedimento a quello che sembra
essere il più urgente ed immediato compito per migliorare il mondo nel quale viviamo.
(…) Quanto più assiduamente ci dedichiamo a raggiungere una comune comprensione dei
divini misteri, tanto più eloquentemente le nostre opere di carità parleranno dell’immensa
bontà di Dio e del suo amore verso tutti. Sant’Agostino espresse l’interconnessione
tra il dono della conoscenza e la virtù della carità quando scrisse che la mente ritorna
a Dio attraverso l’amore, e che dovunque si vede la carità, si vede la Trinità.
Per
questa ragione, il dialogo ecumenico avanza non soltanto mediante uno scambio di idee,
ma condividendo doni che ci arricchiscono mutuamente . Un’‘idea’ è finalizzata al
raggiungimento della verità; un ‘dono’ esprime l’amore. Ambedue sono essenziali al
dialogo. L’aprire noi stessi ad accettare doni spirituali da altri cristiani stimola
la nostra capacità di percepire la luce della verità che viene dallo Spirito Santo.
(…)
Ogni elemento della struttura della Chiesa è importante; ma tutti vacillerebbero
e crollerebbero senza la pietra angolare che è Cristo. Quali “concittadini” di questa
“casa di Dio”, i cristiani devono operare insieme per far sì che l’edificio rimanga
saldo così che altre persone siano attratte ad entrarvi e a scoprire gli abbondanti
tesori di grazia che si trovano al suo interno. Nel promuovere i valori cristiani,
non dobbiamo trascurare di proclamarne la fonte dando comune testimonianza a Gesù
Cristo Signore. È Lui che ha affidato la missione agli apostoli, è Lui del quale i
profeti hanno parlato, ed è Lui che noi offriamo al mondo. (…)
Confido che
lo Spirito apra i nostri occhi per vedere i doni spirituali degli altri, apra il nostri
cuori per ricevere la sua potenza e spalanchi le nostre menti per accogliere la luce
della verità di Cristo. (…)
La versione integrale del discorso del Santo
Padre verrà pubblicata sul sito Internet della Santa Sede www.vatican.va e sull'Osservatore
Romano.