Ciclone Nargis in Myanmar: l’opposizione accusa la giunta di sfruttare i profughi
per la ricostruzione
In Myanmar, la giunta militare "sfrutta il lavoro di migliaia di persone dei campi
profughi, per la ricostruzione delle zone del delta dell’Irrawaddy colpite dal passaggio
del ciclone Nargis". La denuncia – rende noto l’agenzia AsiaNews - arriva dal quotidiano
di opposizione The Irrawaddy News, che cita fonti anonime. Secondo il giornale, gli
abitanti di Laputta, Pyapon, Bogalay e Dedaye sono costretti a lavorare senza compenso
svolgendo le mansioni più umili e onerose. Chi si rifiuta di lavorare in queste durissime
condizioni, è costretto a pagare una tassa di oltre un dollaro e mezzo, somma proibitiva
per gran parte della popolazione del Myanmar. Nel Paese asiatico, infatti, il reddito
medio è al di sotto della soglia di povertà. Il regime birmano è stato più volte condannato
dalla comunità internazionale per sfruttamento del lavoro durante la costruzione di
basi militari, strade e ponti. Per quanti si sono rifiutati di collaborare – sostengono
diverse fonti - si sono anche aperte le porte del carcere. Da segnalare, infine, che
la FAO ha lanciato un appello in favore delle comunità colpite dal ciclone che due
mesi fa ha causato oltre 130 mila morti. L’organizzazione delle Nazioni Unite ha chiesto
33 milioni di dollari per aiutare contadini e pescatori. In questa area stanno lavorando
anche squadre dell'organizzazione umanitaria 'Medici Senza Frontiere' (MSF): portano
soccorsi d'emergenza ad oltre 350 mila persone. Finora MSF ha distribuito 939 tonnellate
tra scorte di farmaci e generi di soccorso. (A.L.)