2008-07-17 14:00:35

A Sydney, il festoso incontro di Benedetto XVI con i 500 mila giovani della GMG. Il Papa: non mettete Dio "in panchina", ma difendete la vita e il Creato


Se si vuole vivere oggi da cristiani nelle società secolarizzate, non è possibile lasciare Dio “in panchina”. E un cristiano coerente è colui che difende “le meraviglie della Creazione”, senza però dimenticare che è più importante difendere la “dignità” della persona umana, specie se appartenente a una minoranza etnica, come quella degli aborigeni. I primi due discorsi ufficiali pronunciati oggi da Benedetto XVI hanno già lasciato il segno tra le autorità civili ed ecclesiali dell’Australia. Ma lo hanno lasciato soprattutto tra i circa 500 mila giovani che hanno trasformato il molo di Barangaroo, sulla baia di Sydney, e le piazze della città in uno spettacolo a cielo aperto fatto di entusiasmo e di affetto nei confronti del Papa, finalmente, e fisicamente, in mezzo a loro per vivere i giorni “caldi” della GMG. Ripercorriamo, dunque, i momenti salienti di questa intensa giornata nella cronaca del nostro inviato a Sydney, Roberto Piermarini:RealAudioMP3

(Canti)
 
In un tripudio di applausi e di canti, 150 mila giovani hanno accolto il Papa che in un grande battello bianco è giunto al molo di Barangaroo dopo una navigazione tra le insenature della splendida baia di Sydney con 12 imbarcazioni che gli hanno fatto da corona, cariche di giovani. Passando davanti alle vele bianche dell’Opera House, l’edificio simbolo dell’Australia incastonato come una perla nel cuore della baia di Sydney, il Papa è stato attorniato da 16 giovani: 12 dei quattro continenti e 4 australiani.
 
(Inserto suoni aborigeni)
 
A Barangaroo Benedetto XVI è stato accolto ancora da una danza aborigena e da un canto nella tipica lingua galidal. A dargli il benvenuto: l’arcivescovo di Sydney, il cardinale Pell, il quale ha accolto Benedetto XVI come successore di Pietro ed ha ricordato “Giovanni Paolo il Grande” che ha indetto queste Giornate mondiali della gioventù e che per ben due volte ha visitato l’Australia. Suggestiva la processione dell’Evangelario portato sul modellino di una canoa perché i popoli dell’Oceania considerano Dio come “il grande pescatore”.
 
Nel discorso ai giovani il Papa ha ripreso i temi che stanno caratterizzando questa visita. Ha ricordato le sofferenze e le ingiustizie sopportate dagli aborigeni e la salvaguardia dell’ambiente. E lo ha fatto confessando la sua “apprensione per il lungo volo da Roma”, nel quale però, ha potuto ammirare le meraviglie del creato. Ma dobbiamo ammettere - ha osservato Benedetto XVI - “le ferite che segnano la superficie della terra: l’erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo mentre altri Paesi sono minacciati dall’aumento dei livelli delle acque, dalla siccità”. Ma non si è soffermato solo sulle “ferite ambientali” ma anche su quelle sociali, che sono capaci di distorcere lo scopo per cui siamo stati creati, come l’abuso di alcool e le droghe, la violenza, il degrado sessuale. Questo perché – ha sottolineato il Papa – libertà e tolleranza sono spesso separate dalla verità. Per il mondo non c’è una verità assoluta a guidare le nostre vite. Il relativismo privilegia “l’esperienza” che così è staccata da ciò che è buono e che porta ad “una falsa libertà, ad una confusione morale o intellettuale, alla perdita dell’autostima e persino alla disperazione.
 
“Christ offers more! Indeed he offers everything!...”
 
"Cristo offre di più! Anzi, offre tutto! Solo Lui, che è la Verità, può essere la Via e pertanto anche la Vita" che ci viene data attraverso il battesimo. E’ nel battesimo che Dio ci introduce nella santità, ci adotta come figli e possiamo diventare una nuova creatura. Dio non può essere lasciato “in panchina”, la fede non può essere confinata nella sfera individuale, la religione e la fede non possono essere esclusi dalla vita pubblica. E’ una visione secolarizzata – ha osservato Benedetto XVI – che vuole plasmare la società senza un’immagine di Dio, ma questo discostarsi dal Suo disegno, provoca un disordine che ha inevitabili ripercussioni sul resto del creato. Così a livello sociale - si è chiesto il Papa - che posto hanno gli anziani, i poveri, gli immigrati, i senza voce? Come frenare la violenza domestica che tormenta madri e bambini? Come salvaguardare il grembo materno? Non-violenza, sviluppo sostenibile, giustizia, pace, cura dell’ambiente come possono essere rispettati se si vìola la dignità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale che sono conferiti da Dio stesso e sono inviolabili?
 
“Our heart and minds are yearning for a vision of life…”
 
"Il nostro cuore e la nostra mente anelano ad una visione della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa. Questa è opera dello Spirito Santo! Questa è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo" che ci dona il suo spirito attraverso il battesimo e la confermazione. Tra i saluti in varie lingue, anche quello per i giovani italiani:
 
“Vi invito a vivere con grande impegno interiore queste giornate: aprite il cuore al dono dello Spirito Santo, per essere rafforzati nella fede e nella capacità di rendere testimonianza al Signore Risorto”.
 
Benedetto XVI è rientrato nella residenza della cattedrale tra due ali di folla festante. E’ stato confermato così quello che i media definivano il “Super Thursday”, il “Super giovedì”, con la visita pubblica del Papa il quale, come primo atto, questa mattina si è recato nella residenza del primo ministro australiano Rudd per la cerimonia di benvenuto. Nel suo discorso il premier ha definito Benedetto XVI “voce di speranza e apostolo di pace” e – su loro richiesta - lo ha salutato anche a nome degli aborigeni. In proposito nel suo discorso Benedetto XVI non ha mancato di ringraziare il governo australiano che nei mesi scorsi ha riconosciuto le ingiustizie commesse nel passato nei confronti degli aborigeni, invocando però una loro maggiore integrazione nel campo educativo ed economico. Ha ripreso il tema della salvaguardia dell’ambiente ed ha ricordato il contributo dell’Australia per il mantenimento della pace nel sud-est asiatico. Poi il pensiero alla GMG, scopo del suo viaggio:
 
“World Youth Day fills me with confidence for the future…”
 
“La Giornata mondiale della gioventù mi riempie di fiducia per il futuro della Chiesa e per il futuro del nostro mondo”, ha detto il Papa, perché i giovani – che hanno intrapreso un viaggio lungo e faticoso – vogliono ritrovarsi insieme per approfondire la propria fede e condividere un’esperienza gioiosa di comunione nella sua Chiesa. Infine l’invito a tutti i giovani riuniti a Sydney, ad avere il coraggio di diventare santi perché questo è ciò di cui il mondo ha oggi bisogno. Benedetto XVI si è quindi recato a pregare nella cappella della Beata Mary McKillop prima del colloquio privato con il governatore Jeffery ed il premier Rudd. Momenti che ci racconta il nostro direttore al seguito papale padre Federico Lombardi:
 
R. – La Beata Mary McKillop è una famosa fondatrice di un ordine religioso di suore, le Sister of St. Joseph ed è la prima beata australiana, che fu beatificata da Giovanni Paolo II proprio durante l’ultimo precedente viaggio qui in Australia. C’è una grande devozione nei suoi confronti. E’ una bella figura, anche molto attiva, della carità, dell’impegno sociale della Chiesa per i poveri, gli emarginati. Il Papa si è, poi, recato per la visita di cortesia alle stesse autorità, che gli avevano dato prima il benvenuto, in un’altra casa importante, l’Admiral Tee House, dove ha avuto dei colloqui privati – ma anche con alcuni dei suoi collaboratori – con il governatore generale e con il primo ministro. Con il governatore generale il tema principale è stato quello della responsabilità ambientale, così come quello dell’educazione ai valori delle giovani generazione; mentre con il primo ministro il tema principale è stato quello del dialogo interreligioso, proprio perché ci troviamo in un’area multietnica e multireligiosa in cui si costruisce la pace e la convivenza fra i popoli grazie proprio all’impegno interreligioso. Questi sono stati i temi principali. L’accoglienza della città è molto positiva: c’è molta gente lungo le strade, gente festante e, quindi, diciamo che il viaggio sembra essere cominciato nel modo migliore.







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